venerdì 6 novembre 2009

0

Viaggi, il web non fa paura ma la crisi entra in agenzia

Le vacanze del 2009? O in paradiso o dietro casa. Nell'anno della crisi economica e del caro-petrolio alberghi e aerei di linea diventano un lusso per pochi. Chi se lo può permettere spende sempre di più, ma l'italiano medio piuttosto che andare in villeggiatura opta per la gita fuori porta. Lo testimoniano le agenzie di viaggio parmigiane, che lavorano sempre meno con le fasce di clientela più attente al risparmio. "Chi prima si poteva permettere tre viaggi l'anno - spiega Marco Bertolotti di Bluvacanze - ora ne fa uno o al massimo due e si trattiene meno tempo". Scegliendo destinazioni economiche come la Tunisia, per i suoi prezzi vantaggiosi e gli Stati Uniti, grazie all'euro forte sul dollaro.
Le spiagge italiane, al contrario, sono ormai riservate alle famiglie più facoltose: i costi troppo elevati scoraggiano i turisti dal budget limitato, che per godersi il mare spendono meno andando in Spagna o in Grecia.

Certo, c'è ancora chi prenota in Polinesia, Galapagos o Australia, spendendo almeno 10.000, se non 20.000, euro a testa. Chi può permettersi un tour nel deserto della Libia, un'immersione subacquea nei mari del Sudan o un'avventura nell'ancora inesplorato Madagascar. Ma si tratta di uno zoccolo duro di clienti abbienti che per nulla al mondo rinuncerebbero al soggiorno estivo a quattro stelle. Come spiega Silvano Simoni, titolare della Simoni Viaggi, "in questi anni si è aperta sempre di più una forbice: registriamo un incremento dei viaggi costosi accompagnato da un grosso calo di quelli di livello medio-basso". Insomma, i turisti di massa sono sempre meno e se possono cercano di risparmiare il più possibile. "Fanno i conti al centesimo", commenta Patrizia Piastra dell'agenzia di viaggi Battistero.

D'altro canto gli stipendi non aumentano mentre le tariffe del settore turistico lievitano di continuo: alcune agenzie parlano di una crescita del 50% nel giro di soli due anni. A questo si aggiunge l'aumento vertiginoso del carburante, che oggi incide notevolmente nel listino delle compagnie di trasporto. "Ora un viaggio in Grecia costa lo stesso tanto di quanto si spendeva per andare ai Caraibi tre anni fa", dice Simoni. Per una vacanza in agosto nel posto più economico e scadente in circolazione (nella Costa Brava spagnola, per esempio) bisogna sborsare come minimo 800-1000 euro a persona. Una cifra che chi arriva a stento alla quarta settimana del mese difficilmente può permettersi.

Se il settore è in crisi, dunque, la colpa, come spesso si crede, non è certo di internet e della possibilità di prenotare online. Organizzare le proprie vacanze sul web, infatti, non è sempre così semplice come può sembrare e non sono pochi i turisti "fai da te" che dopo essere rimasti delusi hanno deciso di tornare a consultare gli esperti delle agenzie di viaggio. Per le quali oggi internet rappresenta ormai un valido alleato. "Inzialmente era un concorrente - spiega Alessandro del Cts, il Centro Turistico Studentesco e Giovanile - ma poi, grazie agli accordi con le compagnie aeree low cost, è diventato uno strumento di lavoro molto utile". Ciò che ha cambiato nel mondo del turismo è soprattutto la consapevolezza di chi viaggia. "Oggi - spiegano Silvia Burcotti e Carol Turi della TentaMagieTour - i turisti sono molto più informati sulle destinazioni dove andranno in vacanza".

Sono pochi, quindi, i clienti che ancora chiedono di andare nei Caraibi durante il periodo dei cicloni o in Oriente nella stagione dei monsoni. Ma sono tanti quelli che si fanno condizionare da pregiudizi e luoghi comuni. "Da quando a gennaio sono scoppiate le sommosse in Kenya - racconta Chiara Scaccia della Farini Viaggi - la gente che vuole partire in Africa è sempre meno, anche se le località turistiche non sono per niente pericolose". Non solo: molti parmigiani diffidano anche degli islamici e per questo evitano gli stati musulmani. "Mi dicono che già si trovano tanti arabi sotto casa - dice ancora Simoni - ci manca solo che debbano andare a trovarli nei loro Paesi d'origine". L'unico che tiene, con la Tunisia, è l'Egitto, ma solo grazie ai pezzi stracciati.

Insomma, tra la crisi economica che incombe e la dilagante paura del diverso, la situazione attuale del settore turistico non è altro che lo specchio dei tempi che corrono.

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts with Thumbnails