mercoledì 4 novembre 2009

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CRISI NEL TURISMO: CONFERMATO DA ISTAT,FEDETURISMO,FIPE E CODA

E’ un coro unanime quello che accompagna il cattivo andamento della stagione turistica appena trascorsa. Da tutte le categorie e da tutti i punti di osservazione, pur con sfumature espressive diverse, sono giunte infatti considerazioni negative sui risultati ottenuti dal settore turistico negli ultimi mesi. Risultati decisamente deludenti, con l’unica ‘tenuta’ del solito periodo ferragostano.
L’Istat, attraverso la sua rilevazione campionaria sull'attività alberghiera nella settimana dall'11 al 18 agosto scorso, ha diffuso infatti i seguenti dati: nella settimana di ferragosto 2008 gli alberghi italiani hanno registrato, rispetto all'anno scorso, una diminuzione del 2,1% degli arrivi e un aumento dell' 1,6% delle giornate di presenza. Nel complesso, la durata media della permanenza negli esercizi rilevati è stata di 4,16 giornate, con un aumento, in termini assoluti, di 0,15 giornate rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. La clientela italiana ha registrato, nel confronto con lo stesso periodo dell'anno precedente, una diminuzione del 2,6% negli arrivi e una crescita del 2,6% nelle presenze, quella straniera ha presentato flessioni dell'1,3% negli arrivi e dello 0,8% nelle giornate di presenza.


Federturismo ha parlato addirittura di ‘emergenza turismo’, derivante da un crollo del 10% dei viaggi in Italia e il 10% in meno di camere d’albergo occupate in agosto, anche in città d’arte come Roma, Firenze e Venezia. Nel 2007, secondo l’associazione aderente a Confindustria, l’industria turistica ha fatturato 150mld di euro, pari al 10,5% del Pil nazionale. Quest’anno, invece, -continua l’analisi- la crisi economica ha indotto le famiglie a tagliare la spesa media per una settimana di ferie a 900 euro e ad accorciare la durata media della vacanza a 10 giorni. Le difficoltà hanno fatto emergere la debolezza strutturale di un sistema che non sa valorizzare le enormi risorse di cui il paese dispone. Siamo scivolati -afferma Federturismo- al 28° posto nella graduatoria del World Economic Forum per la competitività nel turismo: Spagna, Grecia, Francia sono sempre più aggressivi. I cinque maggiori musei italiani fatturano il 12,7% del British Museum, il 6% del Metropolitan Museum e il 13% del Louvre. Il ritorno “commerciale” dei siti culturali degli Usa è pari a circa 16 volte quello italiano. Il ritorno “commerciale” degli asset culturali di Francia e Regno Unito è tra 4 e 7 volte il nostro.
Per fronteggiare tale situazione, il presidente di Federturismo John Winteler ha chiesto l’intervento del Governo attraverso una missiva inviata direttamente al premier Berlusconi, chiedendo attenzione concreta all’industria turistica e sollecitando un incontro sulle esigenze e sulle proposte del mondo imprenditoriale.


Anche la Fipe, Federazione Italiana Pubblici Esercizi (aderente a Confcommercio), ha detto che in questa fase è “necessario e corretto sollecitare un intervento della politica per attuare le misure necessarie per il rilancio del settore”, in quanto “si tratta di un andamento purtroppo consolidato e non di un fenomeno legato alla particolare congiuntura sfavorevole”. La ricetta per il rilancio del settore, secondo la Fipe, prevede un nuovo modello di turismo, fatto di servizi integrati che rappresentano il vero tessuto connettivo del paese, e la valorizzazione delle risorse che rende appetibile un luogo. “In un turismo globale -dice la Fipe- si vince se si attirano nuovi stranieri, ma soprattutto se si fa crescere il numero dei turisti nazionali''.


Interessante anche il punto di vista dei consumatori (i turisti) che, attraverso il Codacons, sono intervenuti nel dibattito commentando il dato del 12,2% in meno di italiani che questa estate hanno fatto vacanze, sia in Italia che all'estero. Si tratta di dati, secondo la Codacons, “che non dicono nulla di nuovo e si limitano a confermare quanto il Codacons sta denunciando da anni, ossia che gli italiani hanno finito i soldi per andare in ferie e quei pochi che ci vanno hanno dovuto o ridurre la durata delle vacanze o scegliere località meno care, o andarci a rate. D'altronde -chiosa l'associazione dei consumatori- secondo l'ultimo Rapporto Annuale Istat il 38,7% non può permettersi una settimana di ferie in un anno''.



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