lunedì 22 marzo 2010

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Pasqua 2010 la crisi non si ferma mai

Crisi o non crisi, quando arriva la Pasqua è tempo di rincari per i prodotti tipici consumati per la ricorrenza. Al riguardo, infatti, la Federconsumatori, attraverso il proprio Osservatorio, ha rilevato prezzi. in aumento su tutta la linea, a partire dalle uova fresche per preparare i dolci, che aumentano del 5% in media rispetto al 2009, e passando per il pollo i cui prezzi al dettaglio balzano addirittura del 16%. Il semaforo dei rincari è posizionato sul rosso anche per la classica colomba pasquale, i cui prezzi secondo l’Osservatorio della Federconsumatori registrano incrementi del 7-8%.
Anche per i bambini ci sarà da spendere di più visto che il classico uovo di Pasqua segna per quest’anno nella tabella dei rincari aumenti che partono da una media minima del 3% fino ad arrivare all’8%. In ogni caso, con qualche piccolo accorgimento, c’è la possibilità di non darla vinta ai rincari e di garantirsi prodotti freschi ed al giusto prezzo.

In merito, la Federconsumatori raccomanda, per quanto possibile, di acquistare generi alimentari per la Pasqua 2010 rigorosamente a “chilometri zero”, ovverosia quelli venduti nei cosiddetti farmer market direttamente dagli agricoltori; trattasi di prodotti locali che non vengono trasportati per lunghe distanze e che quindi sono freschi, non inquinano e possono costare il 30% in meno circa rispetto ai canali di vendita tradizionali.
Per quanto riguarda invece le uova e le colombe, la raccomandazione della Federconsumatori è quella di controllare sempre prima dell’acquisto la data di scadenza e l’etichetta leggendo bene l’insieme degli ingredienti. Per la carne, il rivenditore di fiducia è vivamente consigliato al fine di evitare di acquistare carne di dubbia provenienza; in ogni caso, l’Associazione dei Consumatori sconsiglia gli acquisti di carne a ridosso della Pasqua visto che di solito i prezzi tendono puntualmente a lievitare.
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giovedì 18 marzo 2010

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Festa del papà in crisi meno zeppole

Quest’anno per la ricorrenza del 19 marzo, festa del papà, si spenderanno in regali e pensierini circa 350 milioni di euro. Un volume d’affari consistente ma che comunque dovrebbe risultare complessivamente in calo del 7% rispetto allo scorso anno. Insomma ancora una volta la crisi fa sentire i suoi morsi e a rimetterci ci saranno anche i valori degli acquisti. Tra i più gettonati comunque dovrebbero esserci ancora una volta vini e liquori, un regalo scelto da circa il 42% dei consumatori per una spesa complessiva che dovrebbe avvicinarsi ai 100 milioni di euro. A seguire, nella classifica dei regali più apprezzati, ci sono poi i gadget tecnologici che conquistano i favori di circa il 32% degli acquirenti. A scendere poi nelle preferenze, ci sono
i cioccolatini che conquistano il 27% di estimatori, i profumi, con il 13% di scelte, i capi d’abbigliamento con l’11% e, chiudono la classifica, i prodotti per il benessere.
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martedì 16 marzo 2010

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INFLAZIONE IN LIEVE RALLENTAMENTO A FEBBRAIO

A febbraio, il tasso di inflazione, misurato sulla base dell'indice nazionale dei prezzi al consumo, e' sceso al piu' 1,2%, dall'1,3% di gennaio. Sul piano congiunturale, l'indice dei prezzi al consumo si e' accresciuto dello 0,1%. Lo rende noto l'Istat. Il rallentamento dell'inflazione a febbraio risente della stabilizzazione congiunturale dei prezzi dei servizi, che determina una flessione del loro ritmo tendenziale di crescita. In rallentamento risulta anche il tasso tendenziale dei prezzi dei beni, che tuttavia su base mensile registrano lievi rialzi. Al netto della componente energetica e degli alimentari freschi, il tasso tendenziale di crescita dei prezzi al consumo e' pari all'1,3%, un decimo di punto percentuale al di sotto del dato di gennaio. A febbraio, l'indice armonizzato dei prezzi al consumo, calcolato tendendo conto delle riduzioni temporanee di prezzo, e' rimasto invariato rispetto al mese precedente ed e' risultato dell'1,1% piu' elevato rispetto al gennaio 2009. Con riferimento ai capitoli di spesa, gli incrementi congiunturali piu' rilevanti hanno interessato i prezzi delle Comunicazioni (+0,7%), dell'Abitazione, acqua, elettricita' e combustibili e della Ricreazione spettacoli e cultura (cresciuti entrambi dello 0,3%). Diminuzioni su base mensile si sono registrate, al contrario, per i prezzi dei Trasporti (-0,1%). Sul piano tendenziale, i maggiori tassi di crescita si sono registrati per il capitolo dei Trasporti (+3,5%), delle Bevande alcoliche e tabacchi (+3,3%) e degli Altri beni e servizi (+3%). Variazioni negative si sono avute, invece, per il capitolo dell'Abitazione, acqua, elettricita' e combustibili (-1,4%). Confrontando, a livello di capitolo, i tassi tendenziali di febbraio con quelli misurati nel mese precedente, si registrano rallentamenti per nove capitoli: Bevande alcoliche e tabacchi (da +4,5% a +3,3%), Servizi sanitari e spese per la salute (da 0,6% a 0,3%), Comunicazioni (il cui tasso tendenziale e' sceso allo zero, dal +0,3% di gennaio), Alimentari e bevande analcoliche (da +0,3% a +0,1%), Mobili, arredamento e servizi per la casa (da +1,4% a 1,2%), Trasporti (da +3,7% a piu' 3,5%), Ricreazione spettacoli e cultura (da +0,7% a piu' 0,5%), Servizi ricettivi e di ristorazione (da +1,3% a +1,1%) e Altri beni e servizi (da +3,2% a +3%). Si attenua, inoltre, la flessione tendenziale dei prezzi dell'Abitazione, acqua, elettricita' e combustibili (da -2,3% a -1,6%). L'analisi della dinamica di specifici prodotti o gruppi di prodotti evidenzia andamenti differenziati. Nel comparto alimentare, diminuzioni su base mensile si manifestano per i prezzi della frutta fresca (-0,7%), del latte (-0,3%) e del pollame (-0,3%), che negli ultimi dodici mesi si sono ridotti rispettivamente del 3,8%, 1,9% e 0,7%. Al contrario, aumenti su base mensile si registrano per i prezzi dei pesci (+0,3%) e degli altri prodotti della pesca (+0,5%) che portano i rispettivi tassi tendenziali al +1,3% e +1,8%.
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domenica 14 marzo 2010

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Guerra e crisi, Pasqua austera pochi in ferie nel lungo ponte

Sono spaventati dalla guerra e dagli attentati, temono la diffusione del virus Sars, la "polmonite atipica", e sono provati dalla crisi economica i troppi pugliesi che per le vacanze di Pasqua hanno deciso di rimanere a casa. O, tutt' al più, di optare per la classica scampagnata "fai da te". Hanno tutti il segno meno davanti, infatti, il numeri che raccontano delle scelte dei vacanzieri pugliesi: gli operatori delle agenzie di viaggi parlano di un calo degli spostamenti, dalla Puglia, del 50 per cento mentre gli albergatori si mantengono più cauti - o forse sperano ancora nei ritardatari - e parlano di una diminuzione che oscilla tra il 20 e il 25 per cento. Senza considerare che il Gargano e il Salento, normalmente frequentati durante le vacanze di Pasqua dagli americani, dai tedeschi e dagli svizzeri, sono riusciti ad attirare soltanto l' attenzione di pochi pugliesi: quelli che alla vacanza, se pur breve, proprio non vogliono rinunciare. E c' è da capirli: per cercare di risollevare le sorti del mercato del turismo, infatti, gli operatori stanno facendo offerte davvero allettanti. Basti pensare che per trascorrere tre giorni in masseria nel Salento sono sufficienti 200 euro. Eppure quest' anno il calendario delle vacanze, più clemente del solito, avrebbe dovuto favorire i lunghi viaggi all' estero, magari diretti nelle grandi capitali europee o ancora ai Caraibi o nel Mar Rosso. E invece in pochi si sono lasciati convincere a lasciare la Puglia per trascorre non più di tre o quattro giorni a Parigi, a Londra o a Praga - anche se la città non sta riscuotendo il successo che ci si aspettava dopo la realizzazione di voli diretti da Bari - con un minimo di 600 e un massimo di 1000 euro. Giuseppe Margiotta, della Confesercenti, allarga le braccia: «Il settore sta vivendo un momento di crisi e di forte ridimensionamento dovuto sicuramente alla totale assenza degli stranieri, soprattutto degli americani. Speriamo solo che almeno i pugliesi che hanno deciso di non andare troppo lontano imparino a riscoprire le bellezze della propria regione». Un certo successo continuano a riscuoterlo gli agriturismo, soprattutto toscani, simbolo di vacanze all' insegna della natura e della buona cucina. «I pugliesi stanno privilegiando le mete più vicine - fa notare Rita Acciardi dell' agenzia Miranda - come l' Abruzzo o l' Umbria. Continuano a scegliere gli agriturismo o le masserie, ma, rispetto agli anni passati, hanno meno voglia di viaggiare in pullman». E anche le domande di pacchetti riguardanti le grandi città d' arte, Firenze in primis, non sono di certo mancate, come conferma Tina Tedone dell' agenzia Sestante. «Molti sono venuti a chiedere informazioni, riguardanti per lo più Roma o l' Umbria, ma troppi alla fine hanno deciso di non partire. Neanche i prezzi bassissimi sono stati in grado di cancellare il timore suscitato dalla guerra». A chi comunque deciderà di concedersi qualche giorno di vacanza, pur rimanendo in Italia, e di spostarsi in treno tra domani e il 2 maggio, non dovrebbero mancare le comodità: Trenitalia ha infatti predisposto che ventuno dei treni che dalla Puglia proseguono sulla direttrice adriatica e due dei treni diretti a Roma effettueranno fermate aggiuntive per facilitare gli spostamenti. Che però, stando alle previsioni di Telefono blu, l' associazione a tutela del consumatore e del turista, avverranno, per il 65 per cento, soprattutto in auto. L' associazione ribadisce che il 90 per cento dei 400 mila pugliesi che si metteranno in movimento nei prossimi giorni, privilegeranno l' Italia (mete preferite Calabria e Campania) mentre soltanto il 10 per cento deciderà di passare le feste pasquali all' estero. Saranno quindici mila, secondo Telefono blu, i pugliesi che prenderanno l' aereo per raggiungere le capitali europee, la Spagna, la Grecia e l' Oceano indiano. Gli stranieri che invece raggiungeranno la Puglia (solo il 30 per cento del totale dei vacanzieri che sceglieranno il tacco d' Italia ) si fermeranno soprattutto in Salento per ammirare le bellezze di Lecce e per godersi il mare e i divertimenti di Gallipoli e Otranto. Continua a leggere!

giovedì 4 marzo 2010

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anche la coop sente la crisi nel settore

La crisi ormai si espande a macchia d’olio e investe tutti i settori dell’economia del Paese. Le famiglie italiane, già in difficoltà dopo l’avvento dell’euro, stanno vivendo un periodo veramente buio. Le previsioni. per giunta, non sono certamente ottimistiche. In una situazione di questo tipo, la vittima predefinita è, come spesso accade, il consumatore, il quale, puntualmente, si ritrova ad essere l’ultimo anello di una catena di speculazione mossa soltanto dalla ricerca del massimo profitto. Il settore più a rischio in questo senso è quello alimentare o in generale quello dei generi di prima necessità.
Sono da ricercare ed apprezzare, dunque, iniziative come quella lanciata dalla Coop in sostegno del potere d’acquisto dei consumatori italiani: il gruppo leader della GDO ha infatti deciso di ribassare i prezzi del 20% su una serie di 100 prodotti di marca Coop (scelti tra quelli maggiormente usati nelle famiglie). In particolare, per i generi di ortofrutta e carni si parla di riduzione fino al 30%. Questo pacchetto di prodotti sarà variato a intervalli di 2 mesi durante l’anno, a seconda anche della stagionalità dei prodotti stessi. Queste le parole del presidente di Coop Italia, Vincenzo Tassinari: “La prima cosa che mi viene da dire è che stiamo semplicemente continuando a fare il nostro mestiere con coerenza e concretezza. Avevamo finito il 2008 parlando della crisi in atto, dando una prima risposta con un pacchetto di sconti su numerosi nostri prodotti a marchio e contrastando fortemente le industrie che invece ci chiedevano aumenti ingiustificati e insostenibili sui listini per il 2008. Bene. Quel discorso va avanti. Il nostro primo pensiero sono le famiglie, i nostri soci, quelli che stanno subendo i colpi della crisi. Per loro offriamo una iniziativa di convenienza davvero straordinaria, che non a caso chiamiamo convenienza distintiva, proponendo un paniere di prodotti a marchio ribassati almeno del 20%. Il nostro non è uno spot o una delle tante promozioni urlate, ma un impegno strutturale per tutto il 2009. Abbiamo sempre detto che le aziende leader devono dare l’esempio e noi ci muoviamo per primi, come è naturale che sia visto che siamo cooperative che hanno nella tutela del potere d’acquisto la prima ragione di essere".
L’augurio è che tale esempio venga seguito anche da altre aziende importanti, perche nei momenti di difficoltà come questi dovrebbe prevalere l’onestà, la serietà, la benevolenza, piuttosto che l’interesse personale, il profitto a tutti i costi, lo sciacallaggio.
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8 marzo in crisi. Festa della donna in crisi

Questo 8 marzo cade in un momento particolarmente tempestoso. La crisi globale, pesantissima, non è una ciclica crisi economico-finanziaria. Gli esperti la definiscono ‘strutturale', il che significa. che o il sistema inventa altre chiavi di lettura e altre ricette o non se ne esce. In Italia l'incertezza del lavoro e del futuro si accompagnano alla certezza di rimanere prigionieri di un deprivante precariato. Il Governo, con grandi annunci e piccoli provvedimenti a sostegno delle industrie, pensa bene di distrarci sollevando polveroni su questioni che in altri tempi sarebbero state meno che marginali. Oppure talmente grandi da meritare non grida inconsulte ma attente riflessioni. Le pagine dei giornali sono occupate ogni giorni da ‘casi' che, esaminati con un po' di distacco, appaiono evidentemente sproporzionati. Siamo raggiunti da urla di pari intensità per l'ennesimo stupro e per il caso Englaro. Differenti gli obiettivi, identico lo scopo finale: scassare questa democrazia e scardinare la Costituzione. Siamo davvero agli sgoccioli di uno scontro unilaterale, cioè provocato dalle destre, se il Presidente del Consiglio Berlusconi (solo per seguire la sua personale ambizione di assicurarsi le condizioni per diventare Presidente della Repubblica? O forse c'è dell'altro?) reclama pieni poteri utilizzando una vicenda che viceversa richiedeva il massimo del pudore e della pacatezza. Senza scrupoli, ha dichiarato che Eluana poteva perfino generare figli, offendendo le donne e insultando la dignità che la sofferenza richiede. Perfino negli Stati Uniti, sempre richiamati come esempio, il popolarissimo Barack Obama, presidente eletto direttamente dal popolo, si confronta (e media) con il Parlamento per gestire la crisi e varare i provvedimenti. Berlusconi, che calpesta impunemente una Repubblica parlamentare, invoca maggiori poteri per legiferare in un tema delicato come il testamento etico. Lui e il Governo da soli hanno l'appannaggio di decidere cosa è vita e cosa è morte. Gran parte di questo italico balletto sull'orlo del precipizio si gioca sulla pelle delle donne, minacciando diritti sanciti da una Costituzione che è ogni giorno aggredita e vilipesa. E' una rappresentazione tutta maschile del potere, accettato anche se agito come un evidente delirio di onnipotenza che il premier ha contagiato al Governo e a parte del Parlamento (ricordiamolo sempre: un Parlamento di nominati, non di eletti). Ci sono fermenti diffusi e reazioni autorevoli. Le donne sono presenze attive di quella Italia che non si lascia offendere dall'arroganza e dalla volgarità, ma faticano ancora a trovare linguaggi e sintonie che invece potrebbero dare loro più forza nel quotidiano smarrimento. Un otto marzo difficile questo. Ma forse l'inizio di una nuova strada che magari stiamo già percorrendo. Magari senza rendercene conto, perchè il paesaggio è nuovo e siamo un po' spaesate.
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