lunedì 9 novembre 2009

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Napoli, l'allarme dei costruttori:«Si rischia un declino inarrestabile»

NAPOLI — Non risparmia niente e nessuno. A cominciare dal governo cen­trale. «Per ora non si intravedono riscon­tri degli annunci, arrivati anche con grande enfasi, sull’avvio di una politica di rilancio dello sviluppo del Sud. Una strategia che dovrebbe articolarsi in un piano ampio e organico di interventi di­rettamente coordinati dal presidente del Consiglio e al contempo attraverso il va­ro della Banca del Mezzogiorno. Quello che constatiamo invece è il saccheggio perpetrato a danno dei fondi Fas, sottrat­ti alla loro destinazione naturale di inve­stimenti nelle aree meridionali». Poi tocca alle Regioni. E il tono non cambia: «Si aggravano i ritardi delle am­ministrazioni meridionali, in particola­re della Campania, nell’avvio delle proce­dure per la spesa dei fondi Ue 2007-2013». Sull’esecutivo di Palazzo Santa Lucia, peraltro, pesano «le difficol­tà causate delle spaccature all’inter­no stesso della maggioranza. Da tempo, infatti, la Regione ha perduto la spinta propul­siva, riducendosi alle sole deliberazioni della giunta».

In un’analisi così lucida e spietata non poteva mancare il livello cittadino: «Napoli vi­ve un intreccio lacerante di ta­re storiche e di emergenze re­centi che possono spingerla verso un declino inarrestabi­le». Rodolfo Girardi, da giovedì uffi­cialmente alla guida dell’Acen, l’associazione dei costruttori edi­li partenopei (subentra ad Am­brogio Prezioso, del quale è sta­to «vice» per quattro anni), ha cominciato la sua avventura a Palazzo Partanna senza guar­dare in faccia a nessuno. E la sua base ha sicuramente ap­prezzato, come testimoniano gli applausi riservati alla relazio­ne letta in una sala Salvatore D’Amato (l’assemblea si è svolta in casa dei «cugini» dell’Unione) piena zeppa. «Assistiamo — ha detto ancora Girar­di — come lucidamente denuncia il Ca­po dello Stato, al fallimento della classe politica meridionale. Recuperare un dan­no così ingente richiederà tempi lunghi e una forte collaborazione tra la classe politica e la società civile, specie nelle espressioni di rappresentanza diffusa de­gli interessi. Le prossime consultazioni elettorali per il rinnovo dei Consigli re­gionali costituiscono, da questo punto di vista, un’occasione di enorme rilie­vo».

Il nuovo timoniere dei costruttori, ov­viamente, ha dedicato buona parte del suo discorso d’insediamento a Napoli. Con una premessa che prefigura la vo­lontà di criticare per costruire e non per distruggere: «Ci attiveremo per sostene­re l’azione dell’amministrazione con fa­re propositivo, ribadendo la disponibili­tà all’investimento». Detto questo, Girar­di segnala «il ritardo inammissibile» per il piano urbano parcheggi a Napoli («sono trascorsi dieci anni nell’inerzia con la conseguenza di aggravare ulte­riormente i problemi della mobilità e del traffico, divenuto uno dei fattori di degrado e di disordine della città»). Quindi l’obiettivo si sposta sulla Va­riante generale al Prg, che «do­vrebbe essere il complesso delle regole urbanistiche per lo svi­luppo e la riqualificazione ed è invece per talune aree un sistema di vincoli privo della necessaria flessibi­lità che non consente l’uscita di Napoli dal­la sua condizione di degrado».

A cinque anni dall’approva­zione «occorre con­statare che gli esiti operativi del provve­dimento sono in taluni casi insufficien­ti. Non è più eludibile pertanto un con­fronto serio, non già per stravolgere le regole, bensì per introdurre elementi correttivi puntuali che consentano la funzionalità dello strumento urbanisti­co con la piena salvaguardia dei punti fondamentali e qualificanti che ne sono alla base». Secondo il successore di Prezioso (che a sua volta dovrebbe andare a gui­dare l’Afm, il centro nazionale di forma­zione manageriale controllato dall’An­ce) «si contano oggi ben 36 Piani urbani­stici attuativi (Pua), molti dei quali fer­mi da tempo all’esame dell’amministra­zione. Ciò introduce un’ulteriore gravis­sima questione: quella dell’attuazione degli interventi».

Non potevano manca­re accenni su Bagnoli («nonostante ne­gli ultimi anni sono stati compiuti pro­gressi significativi, dobbiamo rilevare che il programma sta richiedendo tempi troppo lunghi; tempi — ha rimarcato Gi­rardi — che in nessun caso possono rientrare nella fisiologia di un’operazio­ne, pur complessa, di rifunzionalizzazio­ne di una prestigiosa area industriale di­smessa»), Napoli Est («anche qui i tem­pi di avanzamento e di attuazione sono troppo lenti, incompatibili con le esigen­ze della città perché tengono congelate potenzialità enormi di sviluppo e di am­modernamento») e sul Centro storico («è in corso di definizione un program­ma di risanamento assistito da un finan­ziamento di 220 milioni di euro, suscetti­bile di aumentare fin quasi a raddoppiar­si. Si apre dunque una partita importan­te e tuttavia difficile»).

Con Girardi, che è stato eletto 3417 voti assembleari su 3420 (un plebiscito che conferma l’indicazione dei saggi), i vicepresidenti saranno: Roberta Ajello (Centro Studi); Giancarlo Di Luggo (Tec­nologia e Innovazione); Angelo Lancel­lotti (Rapporti Interni); Antonio Savare­se (Relazioni Industriali); Francesco Tuc­cillo (Opere Pubbliche, confermato nel ruolo); Gennaro Vitale (Edilizia, Territo­rio e Ambiente, anche lui confermato). Tesoriere, Antonio Credentino. Paolo Grassi © RIPRODUZIONE RISERVATA Palazzo San Giacomo «Con l’amministrazione partenopea dialogheremo, ma ci sono ritardi inammissibili La Variante generale va rivista»

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