martedì 10 novembre 2009

0

Carne, crollano le vendite macellai in rivolta

Pronti a scendere in piazza, a manifestare con le altre categorie davanti alle prefetture. I macellai, dopo i primi due giorni, alla prova dei "mercati" hanno capito: la crisi sarà nera nonostante i guadagni magri dalle carni bianche li stiano salvando dalla completa dèbacle. Paura da mucca pazza, che allontana la gente dai banconi e avvia una piccola rivoluzione nelle abitudini alimentari, una virata che sta cambiando ordinazioni e menù in ristoranti e trattorie.

"Da quattro giorni il calo delle vendite è quasi diventato un blocco" lamenta Lorenzo Ortensi di Federcarni, uno che sente il polso dei colleghi ogni giorno. Ma è il leader dei macellai di Confesercenti a levare il pedale dal freno e a lanciare i primi segnali al governo: "Manifestazioni? Proteste? Certo che siamo pronti. Aspettiamo solo la replica alle nostre richieste, inviate al presidente del Consiglio e al ministro dell'Industria. Ma sia chiaro: non aspetteremo in eterno una risposta e trascorsa la settimana andremo con le altre categorie in crisi fin sotto le prefetture per gridare la nostra rabbia".

Sono le prime cifre disponibili a spiegare il malcontento: fino a venerdì scorso su un incasso di un milione di lire ogni operatore ringraziava per il 60% la carne rossa e per la restante parte quella bianca; oggi polli, conigli e tacchini arrivano a malapena al 50 per cento mentre fettine e bistecche pesano solo per il 10% del totale. Un danno che porta le lancette della crisi fino all'80-85% in meno. "Per questo chiediamo un aiuto serio al governo - incalza Angelotti - come quelli già concessi ad allevatori e industria delle farine. Non possiamo andare avanti così, ci servono degli sgravi fiscali per il 2000, crediti d'imposta.
Insomma - conclude - per ora ci limitiamo alla semplice mobilitazione della nostra categoria. Entro la settimana la nostra pazienza potrebbe però esaurirsi". Intanto la Federcarni (Confcommercio) sta preparando una prima manifestazione d' "assaggio" per domenica 28 gennaio. Saranno offerti quintali di carne in dodici città.

Ma la paura del Bse sta modificando radicalmente anche le abitudini di chi, tutti i giorni - e sono 8 milioni - mangia fuori dalle mura domestiche. Ogni cuoco sta infatti riscrivendo parte dei menù e la lista della spesa. Alle richieste del cliente spaventato, si plasmano le scelte dei ristoratori che con qualche rimpianto, riducono lo spazio per ossobuco e brasato a favore di pesce, carni bianche e verdure.

Il caso più eclatante è forse quello della cucina romana, messa in crisi dal bando delle frattaglie. "I clienti scelgono altre strade - dice il presidente dei ristoratori capitolini Nazzareno Sacchi - il nostro lavoro deve fare i conti con una maggiore richiesta di pesce, il 75% contro il 25% della carne".

Ieri è poi scattata l'attenzione dei media Usa (il Wall Street Journal) verso il caso italiano che coinvolge Cremonini e quindi il colosso McDonald's: "La nostra principale priorità è la sicurezza dei clienti: desideriamo tranquillizarli sulla assoluta qualità della carne utilizzata per la produzione di hamburger" hanno spiegato i responsabili del colosso dei fast- food.

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts with Thumbnails