mercoledì 11 novembre 2009

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Il Turismo e la Crisi

Ogni periodo di recessione e di ristrettezza economica porta ad un riassestamento delle abitudini del consumatore. In questo senso, da un punto di vista oggettivo e non catastrofistico o sensazionalistico, possiamo interpretare il fenomeno di depressione economica attuale come un momento in cui alcune abitudini stanno semplicemente cambiando di segno. Per questo la crisi va interpretata, dati alla mano.
Per il settore Turistico-Ricettivo ad esempio si stanno presentando fenomeni complessi e non sempre attesi per i quali stanno cambiando e la geografia e la tempistica un tempo dedicate alle vacanze. Per le ferie del pubblico di potenziali turisti italiani riscontriamo questi dati di massima:

* flessione dei grandi viaggi all’estero, con conseguente riscoperta – o in molti casi scoperta – dell’Italia dei monumenti storici, delle grandi città d’arte ma anche e soprattutto dei paesini e dei borghi “tipici” del sud e del centro Italia

* aumento delle richieste di ferie fuori stagione, con particolare concentrazione nel periodo autunnale e/o primaverile

* preferenza per vacanze di tipo short, in cui diminuiscono i giorni di soggiorno ma si moltiplicano in modo inversamente proporzionale le escursioni, soprattutto in concomitanza di ponti e di brevi momenti di sospensione dell’iter lavorativo nel corso dell’anno

* preferenza del pubblico italiano per soggiorni extra hotel, a torto considerati più cari e conseguente boom di prenotazioni per le strutture ricettive non alberghiere quali agriturismi, pensioni, B&B, residence, abitazioni private

* grande successo per i pacchetti integrati: soggiorno + spiaggia; pernottamento + colazione + trattamento benessere; pernottamento mezza pensione + visita guidata; pernottamento + corso di cucina o corso di degustazione vini etc.

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