venerdì 20 novembre 2009

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Finanziaria, tra scontrini "gratta e vinci" e "Robin Tax" per banche e petrolieri

Come recuperare nuove risorse per le esigenze rimaste fuori dalla Finanziaria? L’interrogativo si pone quasi tutti gli anni al momento del passaggio da un ramo all’altro del Parlamento, e non fa eccezione neanche un provvedimento snello come quello di questo autunno. Così tra le varie idee che fioriscono in vista del passaggio del testo alla Camera circola quella della trasformazione in “gratta e vinci” degli scontrini fiscali, e si parla anche di nuovi inasprimenti fiscali ai danni dei “cattivi” banchieri e petrolieri. Mentre il governo non rinuncia ad inserire nel “treno” della sessione di bilancio le norme che istituiscono la Banca del Mezzogiorno, messe da parte al Senato per problemi regolamentari.

Lo scontrino gratta e vinci è già una realtà in Cina, dove le autorità hanno pensato di coniugare in questo modo l’interesse della popolazione per i giochi con la necessità di aumentare il tasso di legalità. E a questa esperienza si richiama esplicitamente un progetto di legge presentato una ventina di giorni fa dal deputato del Pdl Giorgio Jannone (il quale ha fatto notare che all’aspetto tecnologico di questa iniziativa partecipano anche aziende italiane.

L’idea rientra nel filone del contrasto di interessi come strumento per combattere l’evasione fiscale: il vantaggio per chi chiede ai negozianti lo scontrino e lo conserva consisterebbe non nel poter detrarre dalle imposte una parte della spesa, ma nella speranza di aggiudicarsi i premi di una lotteria. Lo Stato a sua volta beneficerebbe delle maggiori entrate generate dalle transazioni legali.

Il progetto ha tuttavia il difetto di non produrre incassi immediati, semmai nel medio periodo. La scorsa primavera invece, per finanziare la ricostruzione dell’Abruzzo, era stato ideato un meccanismo un po’ diverso, che prevedeva la possibilità di investire in una lotteria istantanea il resto dato alle casse dei supermercati. In questo caso però lo stato avrebbe incassato direttamente qualcosa, dalle monetine dei resti; in ogni caso per il momento l’idea non è stata concretizzata.

E sempre a realizzare incassi immediati è finalizzata l’idea di inasprire i prelievi su banche e petrolieri, sulla scia delle varie Robin Tax volute a suo tempo dal ministro Tremonti. Per gli istituti di credito si tratterebbe di applicare un modello già messo a punto in Francia e in Belgio, che prevede il pagamento di una sorta di premio di assicurazione, a fonte dell’eventualità di ricevere aiuti dallo Stato in caso di grave crisi (come è effettivamente avvenuto nei mesi scorsi).

Per i petrolieri invece ci sarebbe allo studio una tassa “punitiva”, per colpire le società che non adeguano tempestivamente i propri listini al ribasso dei prezzi petroliferi. Un meccanismo tutto da definire, che incontrerebbe comunque difficoltà sia normative che applicative. Infine si parla anche di contributi sui processi per finanziare l’edilizia carceraria.

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