Lo studio Aica mette, poi, l’accento su un altro aspetto: nel corso del 2008 l’occupazione media negli alberghi è stata del 59,2%, vale a dire 4,5 punti percentuali in meno del 2007. Questo nonostante un calo medio del 4,2% sul fronte dei prezzi (132,15 a stanza) e una contrazione dell’11% per quanto concerne il ricavo medio per camera (78,26 euro). Le cose non sono andate meglio per il comparto food & beverage degli alberghi, che ha registrato un calo del fatturato del 17,8%. L’unica voce a muoversi in controtendenza è stata l’insieme delle attività di supporto al soggiorno alberghiero come area congressuale, spa, affitto negozi ed escursioni – con un +8,6%.
Il trend al ribasso è destinato a essere confermato nell’anno: per i primi otto mesi del 2009, l’Osservatorio Confindustria Aica segnala un calo di tutti i principali indicatori. Elena David, presidente di Confindustria Aica, non nasconde le difficoltà: "Il 2008 è stato l’anno peggiore che l’industria dell’accoglienza possa ricordare". Quindi, rivendica l’impegno del settore: "Nel biennio 20082009 le catene alberghiere hanno investito in Italia un miliardo di euro generando valore e posti di lavoro. A fronte degli impegni mantenuti da parte nostra, il Governo non ha ancora adottato alcuna misura concreta a sostegno del settore". Le rivendicazioni riguardano soprattutto l’ambito fiscale: "Nel nostro paese la pressione fiscale sfiora ancora il 31% contro il 24% dei concorrenti Francia e Spagna e l’Iva è al 10%, contro il 5,5% in vigore in Francia e il 7% della Spagna". Oltre alla richiesta di "un piano nazionale per il turismo, che superi la frammentarietà regionale e restituisca appeal all’immagine dell’Italia come approdo turistico".

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