martedì 10 novembre 2009

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Negozi e bar in crisi: «Affitti troppo cari»

BELLUNO - In tempi di crisi economica il costo dell’affitto rappresenta una delle voci di spesa più difficili da sostene­re. Nel centro storico i canoni minimi richiesti per i negozi vanno dai 3 ai 4 mila euro an­che se molto dipende dalla po­sizione e dai metri quadrati. Alcuni commercianti si lamen­tano, ma il disagio si sussurra: pochi ammettono apertamen­te che qualche difficoltà c’è. «Mi sono capitati diversi casi - dichiara un operatore del set­tore immobiliare - di persone che chiedono riduzioni. Alcu­ni stanno contrattando per di­minuire il canone alla scaden­za del contratto. Una situazio­ne che negli altri anni non si era verificata. E’ un problema generalizzato che si avverte in questo periodo di congiuntu­ra economica e un po’ di più in centro perché gli affitti so­no più alti».

Un disagio che si percepi­sce e che è reso ancora più evi­dente dopo lo sfratto del Caffè Manin, mentre molti negozi del centro restano ancora chiusi, alcuni hanno abbassa­to le serrande mesi fa e sulle vetrine vuote campeggiano ancora i cartelli con la scritta «affittasi». Ma i proprietari non intendono rivedere al ri­basso i costi. «I canoni sono ri­masti gli stessi negli ultimi an­ni - ha spiegato Michele Vi­gne, presidente di Confedili­zia Veneto - chi affitta deve pa­gare le tasse e la manutenzio­ne. Non dimentichiamo che le locazioni commerciali hanno delle tutele che nemmeno gli abitativi hanno. Perché non ci mettiamo a rinegoziare il prez­zo del pane della pizza che so­no addirittura raddoppiati? Quando un commerciante de­cide di aprire un’attività in centro storico sa di spendere qualcosa di più».

Le difficoltà di gestire un negozio in centro storico so­no sotto gli occhi di tutti: non mancano, infatti, i casi di turn-over che indica, il più delle volte, l’impossibilità del commerciante ad andare avan­ti e quindi la scelta di tirare i remi in barca. In parte è da im­putare alla crisi che ha fatto contrarre i consumi e ha cam­biato le abitudini delle fami­glie, sempre più propense a ri­mandare gli acquisti di beni non ritenuti necessari. «La si­tuazione è quella, è inutile la­mentarsi - ha dichiarato Gior­gio, il gestore della Caffetteria Goppion di Piazza dei Martiri - gli affitti sono quelli. Oggi come oggi tutto è caro, dal personale che costa, dall’affit­to che è caro, dalla gente che è poca e che non arriva alla fine del mese. Non è solo il canone che incide». Insomma se i sol­di girano nessuno si preoccu­perebbe dell’affitto, perchè è una voce che rientrebbe nelle spese, ma tasse e crisi si fanno sentire. E sulla chiusura del Manin le difficoltà, secondo il responsabile del Goppion, so­no imputabili anche alla locali­tà. «La mia impressione - ha aggiunto - è che gestire un lo­cale del genere sia sempre un problema per una piazza co­me Belluno. Se fossimo a Tre­viso sarebbe meno difficile, ci sarebbe un giro di gente diver­so ». Ma c’è anche chi è più ot­timista. «Luce, telefono, perso­nale - ha detto una negozian­te - sono tutte belle spese alla fine del mese e la gente ci pen­sa prima di spendere, ma tut­to sommato ho il mio giro di clienti e mi accontento».

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