BELLUNO - In tempi di crisi economica il costo dell’affitto rappresenta una delle voci di spesa più difficili da sostenere. Nel centro storico i canoni minimi richiesti per i negozi vanno dai 3 ai 4 mila euro anche se molto dipende dalla posizione e dai metri quadrati. Alcuni commercianti si lamentano, ma il disagio si sussurra: pochi ammettono apertamente che qualche difficoltà c’è. «Mi sono capitati diversi casi - dichiara un operatore del settore immobiliare - di persone che chiedono riduzioni. Alcuni stanno contrattando per diminuire il canone alla scadenza del contratto. Una situazione che negli altri anni non si era verificata. E’ un problema generalizzato che si avverte in questo periodo di congiuntura economica e un po’ di più in centro perché gli affitti sono più alti».
Un disagio che si percepisce e che è reso ancora più evidente dopo lo sfratto del Caffè Manin, mentre molti negozi del centro restano ancora chiusi, alcuni hanno abbassato le serrande mesi fa e sulle vetrine vuote campeggiano ancora i cartelli con la scritta «affittasi». Ma i proprietari non intendono rivedere al ribasso i costi. «I canoni sono rimasti gli stessi negli ultimi anni - ha spiegato Michele Vigne, presidente di Confedilizia Veneto - chi affitta deve pagare le tasse e la manutenzione. Non dimentichiamo che le locazioni commerciali hanno delle tutele che nemmeno gli abitativi hanno. Perché non ci mettiamo a rinegoziare il prezzo del pane della pizza che sono addirittura raddoppiati? Quando un commerciante decide di aprire un’attività in centro storico sa di spendere qualcosa di più».
Le difficoltà di gestire un negozio in centro storico sono sotto gli occhi di tutti: non mancano, infatti, i casi di turn-over che indica, il più delle volte, l’impossibilità del commerciante ad andare avanti e quindi la scelta di tirare i remi in barca. In parte è da imputare alla crisi che ha fatto contrarre i consumi e ha cambiato le abitudini delle famiglie, sempre più propense a rimandare gli acquisti di beni non ritenuti necessari. «La situazione è quella, è inutile lamentarsi - ha dichiarato Giorgio, il gestore della Caffetteria Goppion di Piazza dei Martiri - gli affitti sono quelli. Oggi come oggi tutto è caro, dal personale che costa, dall’affitto che è caro, dalla gente che è poca e che non arriva alla fine del mese. Non è solo il canone che incide». Insomma se i soldi girano nessuno si preoccuperebbe dell’affitto, perchè è una voce che rientrebbe nelle spese, ma tasse e crisi si fanno sentire. E sulla chiusura del Manin le difficoltà, secondo il responsabile del Goppion, sono imputabili anche alla località. «La mia impressione - ha aggiunto - è che gestire un locale del genere sia sempre un problema per una piazza come Belluno. Se fossimo a Treviso sarebbe meno difficile, ci sarebbe un giro di gente diverso ». Ma c’è anche chi è più ottimista. «Luce, telefono, personale - ha detto una negoziante - sono tutte belle spese alla fine del mese e la gente ci pensa prima di spendere, ma tutto sommato ho il mio giro di clienti e mi accontento».
Un disagio che si percepisce e che è reso ancora più evidente dopo lo sfratto del Caffè Manin, mentre molti negozi del centro restano ancora chiusi, alcuni hanno abbassato le serrande mesi fa e sulle vetrine vuote campeggiano ancora i cartelli con la scritta «affittasi». Ma i proprietari non intendono rivedere al ribasso i costi. «I canoni sono rimasti gli stessi negli ultimi anni - ha spiegato Michele Vigne, presidente di Confedilizia Veneto - chi affitta deve pagare le tasse e la manutenzione. Non dimentichiamo che le locazioni commerciali hanno delle tutele che nemmeno gli abitativi hanno. Perché non ci mettiamo a rinegoziare il prezzo del pane della pizza che sono addirittura raddoppiati? Quando un commerciante decide di aprire un’attività in centro storico sa di spendere qualcosa di più».
Le difficoltà di gestire un negozio in centro storico sono sotto gli occhi di tutti: non mancano, infatti, i casi di turn-over che indica, il più delle volte, l’impossibilità del commerciante ad andare avanti e quindi la scelta di tirare i remi in barca. In parte è da imputare alla crisi che ha fatto contrarre i consumi e ha cambiato le abitudini delle famiglie, sempre più propense a rimandare gli acquisti di beni non ritenuti necessari. «La situazione è quella, è inutile lamentarsi - ha dichiarato Giorgio, il gestore della Caffetteria Goppion di Piazza dei Martiri - gli affitti sono quelli. Oggi come oggi tutto è caro, dal personale che costa, dall’affitto che è caro, dalla gente che è poca e che non arriva alla fine del mese. Non è solo il canone che incide». Insomma se i soldi girano nessuno si preoccuperebbe dell’affitto, perchè è una voce che rientrebbe nelle spese, ma tasse e crisi si fanno sentire. E sulla chiusura del Manin le difficoltà, secondo il responsabile del Goppion, sono imputabili anche alla località. «La mia impressione - ha aggiunto - è che gestire un locale del genere sia sempre un problema per una piazza come Belluno. Se fossimo a Treviso sarebbe meno difficile, ci sarebbe un giro di gente diverso ». Ma c’è anche chi è più ottimista. «Luce, telefono, personale - ha detto una negoziante - sono tutte belle spese alla fine del mese e la gente ci pensa prima di spendere, ma tutto sommato ho il mio giro di clienti e mi accontento».
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