sabato 31 dicembre 2011

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Passera vende tutte le sue azioni Intesasanpaolo e incassa 8,3 milioni

ROMA - Come promesso qualche giorno fa in tv, il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, ha venduto tutte le sue azioni Intesasanpaolo.

Incassati 8,3 milioni. L'ex amministratore delegato del gruppo milanese - secondo l'ultimo bilancio disponibile dell'istituto - possedeva 6.426.499 azioni Intesasanpaolo. Titoli assegnati al ministro negli anni scorsi come bonus per il lavoro alla guida della banca, dove è rimasto per quasi dieci anni (nel 2010 il suo stipendio è stato di 3,8 milioni di euro). Se Passera ha venduto tutti i titoli che aveva in portafoglio ai prezzi attuali (1,294 euro), ha incassato dunque 8,3 milioni di euro. Una cifra notevole ma lontanissima (circa un quinto) da quella che avrebbe potuto portare a casa se avesse ceduto le azioni qualche anno fa quando erano ai massimi.

«Vendere ora una disgrazia». Nell'intervista a Che tempo che fa su Rai 3 del 18 dicembre scorso, Passera aveva infatti spiegato che vendere ora per lui sarebbe stato un disastro. Il conflitto di interessi sulle azioni Intesa, aveva sottolineato il ministro, «non c'è, e non era mia intenzione fare questo annuncio, ma le vendiamo e basta. È una disgrazia, è sbagliato - aveva aggiunto - ma così ci togliamo il dubbio».

L'annuncio di Passera. «Vorrei prima di tutto sgombrare il campo dei presunti conflitti di interesse. Pur non avendo alcun l'obbligo di farlo, nei giorni scorsi ho vendute tutte le mie azioni Intesa Sanpaolo, come avevo preannunciato in una recente intervista televisiva», ha scritto oggi Passera sul Corriere della Sera. «Pur non avendo alcun obbligo di farlo, ho provveduto, inoltre, a donare la piccolissima partecipazione che detenevo nel Campus Biomedico - sottoscritta per pure finalità filantropiche - a una delle persone più impegnate nel progetto. "Mi sono liberato" non certo per obbligo - ha continuato - anche della minima partecipazione che avevo nella società Day Hospital International, donandola a un altro azionista che condivideva con me le finalità filantropiche con cui l'iniziativa nacque parecchi anni fa».

Le società di famiglia. Passera, poi, citando l'articolo di Milena Gabanelli di ieri sul Corriere della Sera, spiega che lì «si fa riferimento anche alla società della mia famiglia d'origine, alla quale fanno capo due alberghi e due immobili a Como, nella quale possiedo una quota di minoranza (33%), per due terzi in nuda proprietà, e nella quale non svolgo alcuna attività né gestionale né amministrativa. Il fatto che questa società possegga una piccolissima partecipazione finanziaria nell'albergo Villa D'Este mi pare del tutto irrilevante da qualsiasi punto di vista».

Sì agli stipendi dei ministri in Bot. Infine, il ministro chiude con un 'post scriptum': «Non avrei nulla da eccepire se lo stipendio da ministro mi venisse pagato in Bot».


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