lunedì 28 novembre 2011

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ALICE ADSL OFF LINE UN PAESE INTERO CHIEDE IL RIMBORSO

SAVIANO PROVINCIA DI NAPOLI 28 NOVEMBRE 2011 DA NON CREDERCI UN PAESE INTERO (15.000 UTENTI DALLE ORE 19.30) E' RIMASTO TOTALMENTE TAGLIATO FUORI DA INTERNET.
ALICE SI SCUSA PER L 'INCOVENIETE, DAL 187 FANNO SAPERE CHE E' UN PROBLEMA ALLA CENTRALE, IL SERVIZIO RIPRENDERA' A LORO DIRE
DOMANI 29 NOVEMBRE 2011 VERSO SERA.
MA LA SIGNORA TELECOM ALICE NON SI CHIEDE COME FARANNO TUTTI QUELLI CHE LAVORANO SU INTERNET?
IN UN EPOCA IN CUI DOVE TUTTO ORMAI RUOTA SU INTERNET...OVVIAMENTE I LORO CENTRALINI SONO IN TILT,E PER NON DARE SPIEGAZIONI TI METTONO IN ATTESA LE ORE.
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sabato 26 novembre 2011

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Natale 2012 accusa la crisi:ECCOVI IL LISTINO AUMENTATO

ROMA - L'associazione dei consumatori Codacons ha svolto un'indagine per monitorare i prezzi dei beni legati alle feste di Natale: quest'anno costerà di più l'albero vero (+7,5%), ma anche i

dolci classici della festività (pandoro, panettone e torrone). «In generale, tutto il comparto alimentare legato al Natale - riferisce il Codacons in una nota - presenta ritocchi dei prezzi al rialzo, e anche per addobbare la casa si spenderà di più rispetto allo scorso anno. La vera nota dolente però riguarda i giocattoli: per questi beni i listini hanno subito sensibili aumenti, in alcuni casi anche a due cifre. In crescita anche i prezzi dei libri e dei cd». Il Codacons quindi calcola che «a parità di consumi rispetto allo scorso anno, per il Natale 2011 ogni cittadino spenderà circa 220 euro, ossia il 10% in più». «La principale causa di tali rincari generalizzati - spiega il presidente Codacons, Carlo Rienzi - è da ricercarsi nei provvedimenti introdotti dal precedente governo, vale a dire l'aumento dell'Iva e le tante accise sui carburanti, che hanno avuto effetti negativi diretti sui listini, come certificato anche dall'Istat».

TUTTI I RINCARI Dal pandoro ai giocattoli, dall'albero di Natale al libro tutti i rincari delle spese per la festività. Ecco di seguito i risultati dell'indagine del Codacons secondo la quale gli italiani spenderanno per Natale mediamente 220 euro, a parità di consumi il 10% in più. I prezzi - riferisce l'associazione dei consumatori - sono relativi alle principali città italiane e si riferiscono ad una media tra grande e piccola distribuzione.

ALIMENTARE Panettone di marca 7,99 euro +1,14% Pandoro di marca 7,19 +2,86% Panettone non marca 4,10 +2,50% Pandoro non di marca 3,90 +1,30% Spumante di marca 6,80 +1,64% Prosecco di marca 13,75 +1,85% Torrone 300 gr 5,25 +5,21% Cotechino precotto 7,99 +3,77% Zampone 9,99 = Vino da tavola rosso 4,59 +3,15% Lenticchie 1 kg 4,60 +4,78% Miele 250 gr 3,70

ADDOBBI PER LA CASA Albero Natale vero 43,00 +7,50% Palline albero 10,80 +2,86% Fili argentati 2,75 +2,23% Carta da regalo 2,00 = Luci per albero 50 12,95 +0,39% Candela centrotavola 14,50 +4,32% Coccardina 1,50 +15,38% Nastrino 1,50 +3,45% Stella Natale grande 35,00 +6,06%

GIOCATTOLI E REGALI Bambola di marca 33,00 +8,20% Bambolotto di marca 35,00 +2,34% Costruzioni 44,30 +5,48% Pista automobiline 51,00 +11,11% Auto radiocomandata 52,99 +6,00% Peluche cm 100 39,99 +5,24% Tastiera elettronica 49,90 -5,67% Bicicletta 130,00 +4,00% Cd musicale 19,90 +5,29% Occhiali da sole 195,00 = Borsa griffata 265,00 +1,92% Cravatta 35,00 +9,38% Cintura in pelle 60,00 = Libro 21,90 +4,78% Profumo marca 75 ml 89,00 -0,11%
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giovedì 24 novembre 2011

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Arriva la Tassa sugli animali domestici:Monti li definisce BENI DI LUSSO, non beni affettivi.

Il governo Monti sta emanando nuove leggi da approvare, una tra le quali la legge sugli animali domestici. Ogni famiglia dovrà pagare una tassa su ogni animale domestico in quanto il signor Monti li definisce BENI DI LUSSO, non beni affettivi. La ringraziamo, professor Monti, perchè in .questo modo, lei sarà complice dell'aumento degli abbandoni, delle uccisioni, e della sofferenza di tante povere bestie, che o saranno abbandonati da chi non puo permettersi ulteriori spese, o che non verranno mai e poi mai adottati da un canile

Roma - Se gli italiani si sono ormai mestamente rassegnati a duri anni di privazioni per uscire dalla crisi finanziaria non sono disposti a stare a guardare se ad andarci di mezzo sono i loro amici a quattro zampe. La sola ipotesi di una tassa sugli animali domestici sta facendo letteralmente infuriare il web, proprietari di cani e gatti e amanti degli animali stanno bombardando i social network con messaggi rabbiosi.

Già prima della nomina di Monti era circolata la notizia, non confermata, che l'Agenzia delle Entrate avrebbe inserito come beni di lusso gli animali domestici, così come le spese per affrontare le cure mediche necessarie in caso di malattia.

Nonstante si parlasse solo ancora di un'ipotesi, il Presidente dell’Associazione Nazionale Medici Veterinari, Marco Meloni, ha denunciato il fatto sulle pagine deI Corsera, spiegando che gli animali da compagnia, più che un lusso, sono una vera e propria risorsa psicologica e sociale per i nuclei familiari che li ospitano.

Secondo Meloni, sulle spalle di chi possiede un animale domestico gravano già abbastanza tasse, dalla riduzione delle detrazioni sulle spese veterinarie per cani e gatti all’iva, che per spese di cibo e cure mediche sarebbe arrivata ai massimi livelli. "E' l’ennesima allucinazione del fisco nazionale”, ha concluso Meloni nella sua intervista.

Ma se Meloni resta pacato nella sua diversa, non lo sono altrettando gli internauti di Twitter e Facebook che nelle ultime ore stanno "massacrando" a suon di post il governo Monti e la presunta nuova tassa. E proprio da Facebook, prima ancora di una comunicazione ufficiale, una catena per fermare questa tassa assurda.

Sempre oggi l'Aidaa (Associazione italiana difesa animali e ambiente), ha diffuso una nota che parla di “una nuova stangata per i possessori di animali domestici, in particolare cani e gatti.

"Si parla di un incremento di uno/due punti percentuali sull’Iva per le prestazioni veterinarie, e per gli alimenti per animali, mentre l’iva potrebbe aumentare fino a tre punti per quanto riguarda gli accessori e i cosiddetti 'beni di lusso' per gli animali, vale a dire cappottini e accessori griffati”.

Potrebbe anche essere ripristinata “una tassa comunale (o regionale) sul possesso dei cani che servirebbe a coprire le spese per le sterilizzazioni, visto che i fondi destinati dal governo alle regioni (circa 2 milioni di euro l’anno) potrebbero subire dei tagli cospicui per il prossimo triennio”, si legge ancora nel comunicato
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martedì 22 novembre 2011

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Borse europee in risalita, dopo la pessima seduta di ieri

ROMA22 novembre 2011 Borse europee in risalita, dopo la pessima seduta di ieri, anche se, dopo un avvio lanciato, si è registrata una leggera frenata, con la tensione molto alta sui titoli di Stato greci. Dopo lo scivolone di ieri, Piazza Affari cerca il recupero: dopo le prime contrattazioni l’indice Ftse Mib segnava una crescita di oltre l'1%, poi è arretrato fino ad andare in rosso.

Lo spread tra il bund tedesco e il btp decennale italiano è risalito oltre la soglia dei 480 punti, puntando verso 490. Ieri, alla chiusura, era a quota 474.

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Fiat Group Automobiles ha disdetto, dal primo gennaio 2012, tutti gli accordi sindacali vigenti

ROMA 22 novembre 2011 Fiat Group Automobiles ha disdetto, dal primo gennaio 2012, tutti gli accordi sindacali vigenti e «ogni altro impegno derivante da prassi collettive in atto» in tutti gli stabilimenti automobilistici italiani. L'azienda ha scritto una lettera ai sindacati, nella quale si rende comunque disponibile «a promuovere incontri per finalizzare e valutare le conseguenze del recesso» e «alla eventuale predisposizione di nuove intese collettive».

Uilm: ora subito incontro con l'azienda. «Chiederemo subito un incontro all'azienda per verificare gli effetti del recesso e con l'obiettivo di continuare ad assicurare ai lavoratori gli stessi trattamenti economici, anzi possibilmente migliorandoli, senza mettere in discussione i diritti - dice Rocco Palombella, segretario generale della Uilm - Noi abbiamo criticato l'uscita da Federmeccanica e questa è una reazione della Fiat. E' un fatto grave e ci preoccupa alla luce di una situazione economica molto delicata con l'aumento della cassa integrazione, non aiuta le parti a ritrovare un clima positivo». Quanto all'intenzione della Fiom di andare avanti sulla strada delle azioni legali, Palombella afferma: «Decisione legittima, ma noi vogliamo contrattare e tutelare con accordi i diritti dei lavoratori. Andremo avanti sulla strada negoziale».

Fismic: rompere indugi, contratto nazionale entro fine anno. «La decisione della Fiat evidenzia la necessità di rompere i residui indugi e realizzare al più presto e comunque prima del 31 dicembre il contratto nazionale per i lavoratori dell'auto - dice il segretario generale della Fismic, Roberto Di Maulo - Il rischio è che, in assenza di questo, la più grande azienda italiana proceda ad un regolamento unilaterale che sarebbe la vera fine delle relazioni sindacali nel Paese.

Fiom: andremo avanti con azioni legali e denunce. «Finchè c'è lo Statuto dei lavoratori - dice il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini - la Fiat non può decidere quali sindacati stanno in fabbrica e quali no. Noi andremo avanti con le azioni legali e le denunce, ma dovremo anche mettere in campo un'azione sindacale non solo dentro la Fiat ma per tutta la categoria. La Fiat non ha il potere di decidere se dobbiamo esistere o meno».

«Entro il 31 dicembre - dice Roberto Di Maulo, segretario generale del sindacato autonomo Fismic - bisogna realizzare il contratto auto. Era già un impegno, ora è urgente e pressante».

Idv: Fiat abbandona il Paese, governo chieda di rivedere la decisione. «Con la disdetta di tutti gli accordi sindacali la Fiat chiude il cerchio, annunciando di fatto l'abbandono del nostro Paese, individuando nei lavoratori il capro espiatorio. Sui dipendenti è stata scaricata l'incapacità di fabbricare automobili innovative, ad alto valore aggiunto e di venderle sul mercato»: lo dicono in una nota congiunta il presidente dell'Idv, Antonio Di Pietro, e il responsabile lavoro del partito, Maurizio Zipponi. «Sono due anni che l'IdV denuncia il rischio - aggiungono - della chiusura o del ridimensionamento degli stabilimenti Fiat in Italia e la volontà dell'azienda di spostare la produzione all'estero e la testa negli Stati Uniti. Oggi è arrivata la conferma delle nostre preoccupazioni. Il fantomatico progetto "Fabbrica Italia" non esiste più, ma è stato semplicemente utilizzato come arma ricattatoria per demolire il contratto nazionale di lavoro. Questo governo deve chiedere agli industriali credibili di rivedere la decisione di chiudere gli stabilimenti dell'azienda torinese in Italia».

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Cortina. Il parroco ha dovuto mettere mano ai fondi della Caritas per aiutare tre famiglie

BELLUNO22 novebre 2011 La crisi tocca anche realtà che agli occhi del mondo sembrano il simbolo del benessere: a Cortina il parroco annuncia che per la prima volta ha dovuto mettere mano ai fondi della Caritas per aiutare tre famiglie del posto in difficoltà. Don Davide Fiocco ha colto l'occasione dell'omelia nella messa domenicale per fare riferimento alle nuove povertà.

«Io sono qui da otto anni, sono parroco da sei - ha spiegato don Fiocco - ed è la prima volta che, con il fondo Caritas parrocchiale, devo aiutare tre famiglie del posto, con difficoltà ad arrivare a fine mese. Di solito questo fondo viene utilizzato per emergenze italiane o internazionali». «Ora - ha aggiunto - c'è anche tra noi gente che fa fatica; evidentemente anche qui è arrivata l'onda lunga della crisi».

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domenica 20 novembre 2011

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Ritrovato buono del tesoro che vale 800 mila euro

È rimasto sul fondo di un cassetto per 163 anni, e oggi vale una fortuna: almeno 800-850mila euro. È un buono del tesoro dello Stato pontificio datato 1848, il titolo più antico d’Italia. Intestatario, un
sarto a libro paga di papa Pio IX. Giovanni Sentimentale. Dopo una commessa sartoriale di pregio, Sentimentale decise di investire il compenso, 100 scudi, in un titolo di credito pontificio.

Poco prima di morire tornò a Brescia, dov’era di casa, e lo nascoste nel doppiofondo di un cassettone. Il buono rimase nel nascondiglio per oltre un secolo e mezzo, all’insaputa di parenti e nipoti. A ritrovarlo per caso, il pronipote Alberto, un medico romano cinquantenne, che quest’estate è stato nella casa del bisnonno per dei lavori di ristrutturazione.

Il titolo oggi tra interessi e rivalutazione secondo gli esperti vale non meno di 800-850mila euro. Il discendente di Sentimentale vorrebbe riscuoterlo allo Ior, ma l’istituto che garantisce le obbligazioni vaticane sostiene sia andato prescritto. A decidere se Sentimentale potrà mettere le mani o meno sull’inattesa eredità sarà il Tribunale di Roma, dove è in corso una causa per i libretti postali e i titoli di credito cosiddetti «dormienti», ovvero riesumati dal passato.

La class action dei risparmiatori che hanno trascinato a processo il Ministero delle Finanze, la Banca d’Italia e lo Ior è seguita da due legali romani, Marco Angelozzi e Anna Orecchioni.
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sabato 19 novembre 2011

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CICCIOLINA: 60 ANNI CON UNA PENSIONE EXTRA LUSSO

ROMA - Sulla piazza di Montecitorio, quel 2 luglio del 1987, una folla di qualche centinaia di persone aspettava l'arrivo di una nuova deputata molto speciale: Ilona Staller, in arte Cicciolina, pornodiva eletta nelle

liste del partito radicale con ventimila preferenze. Il boom di voti era arrivato dopo una campagna elettorale condotta su uno schema collaudato: comizio sulla libertà sessuale, apertura della camicetta, seno al vento, ressa dei sostenitori che tentavano in tutti i modi di metterle le mani addosso. La polizia ebbe un bel da fare, in quella calda giornata di luglio i cui si inaugurava la nuova legislatura, per tenere a bada i fan della pornostar, schiumanti dietro le transenne. Le attese non andarono deluse: Cicciolina arrivò scortata da Moana Pozzi, Ramba, Baby Pozzi e Hula pop, quattro sue colleghe in abiti più che succinti che la salutarono togliendosi la maglietta (e sotto non avevano il reggiseno), cosa che scatenò il parapiglia tra fotografi e cameraman. La neodeputata, invece, indossava un vestitino patriottico: un lungo abito stretch verde bandiera, senza spacchi o scollature ma aderentissimo, con inserti bianchi e verdi.

Durante la campagna elettorale Giulio Andreotti, sulla sua rubrica sull'Europeo, l'aveva invitata a presentarsi ala Camera, se eletta, in abiti «accollati» per rispetto degli elettori, «anche di quelli che votano per Benedetto Croce». Nata a Budapest il 26 novembre del 1951, figlia di un funzionario del ministero dell'Interno dell'Ungheria comunista, Ilona era arrivata in Italia che aveva venti anni. L'incontro che le cambiò la vita fu quello con il suo futuro pigmalione Riccardo Schicchi, manager del porno, che alla fine degli anni '70 la lanciò come stellina del genere erotico. Cicciolina stava al confine tra soft e hard core, giocando sull'accostamento tra sesso smaliziato e candore infantile: nei suoi improbabili vestitini bianchi, con l'immancabile coroncina di fiori in testa e il povero pitone con cui si esibiva nei teatri , Cicciolina era diventata l'icona di una trasgressione tutto sommato accettabile: fu suo il primo seno nudo trasmesso dalla Rai, nel 1978. L'idea di entrare in politica risaliva al 1979, quando Cicciolina si era presentata in una «Lista del Sole» che però aveva fatto completo naufragio. Nel 1987, quel volpone di Marco Pannella, non nuovo a arricchire le sue liste con candidati «choc», offrì un posto alla pornodiva ungherese.

A bordo di una cabriolet rossa, la Staller cominciò a girare le piazze di città e paesi, facendo sempre il pienone nei suoi comizi; ma nel mondo politico qualcuno storceva il naso. Emanuele Macaluso, allora dirigente del Pci, scrisse un corsivo sull'Unità in cui la accusava di raccattare voti «regalando baci e facendo vedere le tette». Le sue foto nell'aula di Montecitorio, inguainata in vestiti fascianti o tailleurs strizzati, fecero presto il giro del mondo. L'onorevole pornodiva alimentava i giudizi sprezzanti sul'Italia. Come parlamentare si è occupata dei temi a lei cari: il divieto di allevare animali da pelliccia, la riapertura delle case chiuse, la creazione di parchi dell'amore, l'eliminazione della censura. Durante la crisi del Golfo, nel 1990, annunciò di essere pronta a fare l'amore con Saddam Hussein per convincerlo a evitare la guerra (non si sa se il dittatore iracheno ne fu informato). Alla Camera cominciarono ad arrivare le richieste di autorizzazione a procedere contro Ilona Staller per atti osceni (commessi, secondo l'accusa, nei suoi show e nei suoi comizi politici). Ma l'aula la assolse, a scrutinio segreto, bloccando i processi nei suoi confronti con 190 voti a favore e 130 contro.

Segno che i sostenitori in Parlamento, nonostante tutto, non mancavano. Archiviata la politica (il «partito dell'amore», ideato con Moana Pozzi ben prima di Silvio Berlusconi, fu un flop alle politiche del '92), Ilona Staller è tornata a essere una pornostar, e ha cercato di farsi una famiglia. Ma il suo matrimonio con l'artista americano Jeff Koons è finito male e solo da poco tempo ha vinto la battaglia legale per l'affidamento del figlio. Ilona Staller arriva ora al traguardo dei sessant'anni (il prossimo 26 novembre), dicendosi pronta a fondare un nuovo partito «ottimista-futurista». Ma anche se la sua nuova «discesa in campo» non dovesse funzionare, potrà sempre festeggiare il compleanno con l'arrivo della pensione da parlamentare, tremila euro lordi che la Camera comincerà a versarle dal prossimo mese, eredità di quei 5 anni in cui Ilona Staller è stata per tutti «l'onorevole Cicciolina».
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martedì 15 novembre 2011

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RESORT DI LUSSO DA 50 MILIONI SEQUESTRATO PUNTA PROCIUTTO (LECCE)

LECCE - Case-vacanza per persone abbienti, fornite di ogni lusso, per un valore complessivo di 50 milioni di euro. È stato sequestrato il lussuoso resort 'Punta Grossa', costruito sulla base di una


lottizzazione abusiva in una zona protetta di Porto Cesareo, in provincia di Lecce, la contrada 'Serricellè, un'area che per le sue caratteristiche paesaggistiche è stata dichiarata di notevole interesse pubblico (si tratta della cosiddetta Palude del Conte/Duna di Punta Prosciutto vicina a una riserva marina).
Stamane i finanzieri della Compagnia di Gallipoli hanno sequestrato la mega struttura ricettiva in esecuzione di un provvedimento preventivo del gip del Tribunale del capoluogo salentino Cinzia Vergine su richiesta del sostituto procuratore Antonio Negro. Il valore complessivo dell'immobile ammonta a 50 milioni di euro. Le Fiamme Gialle hanno eseguito diverse perquisizioni nelle abitazioni e negli studi professionali di alcuni indagati.
L'operazione è stata denominata 'Barone'. Sono state denunciate alla Procura della Repubblica anche 129 persone, residenti su tutto il territorio nazionale, responsabili del reato ambientale di lottizzazione abusiva, di cui 120 proprietari di fatto di appartamenti adibiti a case-vacanza, all'interno del villaggio di proprietà di una società di capitali, la Fgci srl. In pratica la residenza alberghiera non aveva autorizzazioni ambientali.

La costruzione dell'intero complesso immobiliare ha causato una rilevante trasformazione urbanistica delle aree interessate, sottoposte a vincoli ambientali e paesaggistici, anche in violazione delle prescrizioni degli strumenti urbanistici vigenti e delle normative edilizia, urbanistica ed ambientale. In particolare, il precedente Consiglio Comunale di Porto Cesareo aveva approvato una variante urbanistica al Piano Regolatore Generale, attribuendo ai terreni in località Serricelle, precedentemente tipizzati come agricoli, una specifica destinazione turistico-alberghiera. In violazione di quanto previsto, il complesso turistico-ricettivo venne destinato prevalentemente alla realizzazione di unità abitative adibite a case-vacanza, successivamente vendute. Tuttavia, la procedura che ha portato alla variante urbanistica, per gli inquirenti è illegittima, in quanto basata su due conferenze di servizi, rispettivamente risalenti agli anni 2002 e 2006, di cui la prima annullata con sentenza del Tar Puglia, confermata dal Consiglio di Stato, e la seconda indetta illecitamente. Inoltre, la variante è stata approvata senza tener conto delle prescrizioni di non alterazione del paesaggio regionale esistente, previste dal Piano Urbanistico Territoriale Tematico Puglia in vigore dal 2000. La realizzazione del complesso sarebbe stata resa possibile, secondo gli inquirenti, grazie ad alcuni illeciti commessi dal sindaco 'pro temporè e dai responsabili 'pro temporè dell'Ufficio Tecnico del Comune di Porto Cesareo nonchè dai progettisti e direttori dei lavori per la costruzione del residence, indagati per reati contro la fede pubblica ed abuso d'ufficio.

Questi ultimi, nei loro pareri e relazioni, avrebbero attestato falsamente che non esistevano altre aree urbanisticamente idonee alla realizzazione di strutture turistico-ricettive, riattivando il procedimento amministrativo che ha portato alla variante urbanistica del Piano Regolatore, nonostante la prima conferenza di servizi e il permesso a costruire fossero stati annullati con sentenza passata in giudicato del giudice amministrativo, dopo un ricorso presentato da Legambiente; che le opere edilizie erano state effettuate prima della sentenza di annullamento del permesso a costruire, mentre queste, in realtà, sono state realizzate in epoca successiva. Inoltre, i funzionari comunali, nell'emissione dei vari permessi a costruire, non hanno tenuto conto dell'intervenuta istituzione di un'area protetta regionale al confine con il resort. Sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Lecce i responsabili 'pro temporè degli Assessorati all'Urbanistica e all'Ambiente della Regione Puglia per aver fornito pareri irregolari ed illegittimi, omettendo i controlli, obbligatori per legge, sulle attestazioni fornite dai funzionari comunali nonchè sul rispetto dei vincoli paesaggistici ed ambientali. È stato accertato che per realizzare comunque la vendita degli appartamenti, tenuto conto dell'impossibilità giuridica di procedere ad una formale compravendita immobiliare a causa delle gravi violazioni alla normativa urbanistica ed ambientale, sarebbe stata attuata un'operazione di riorganizzazione societaria, attraverso il conferimento di un patrimonio immobiliare di 108 appartamenti, mascherata fittiziamente come cessione di ramo d'azienda, della Fgci srl verso una multiproprietà azionaria, costituita 'ad hoc' e con la stessa compagine sociale, denominata 'Punta Grossa srl'.
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una concessionaria Bmw, la Net di viale Kennedy a Napoli in crisi:non consegna automobili a clienti che hanno pagato in anticipo


NAPOLI - Hanno versato consistenti anticipi o addirittura pagato per intero un'auto nuova, ma la concessionaria è in crisi e ha fatto sapere di non poter consegnare le vetture. Così una decina di automobilisti hanno dato mandato ai
propri legali per presentare una denuncia in Procura: saranno dunque i pm a valutare la sussistenza di eventuali reati, come la truffa. La vicenda riguarda una concessionaria Bmw, la Net di viale Kennedy a Napoli, che appartiene alla famiglia Pelli, noto quanto storico gruppo imprenditoriale napoletano. La concessionaria, secondo quanto si legge in un esposto, ha venduto auto ai clienti senza rivelare l'esistenza di gravi problemi finanziari. Dopo averla rinviata più volte con motivazioni vaghe, i venditori sono stati costretti ad ammettere che la consegna dei veicoli era sospesa sine die; nel frattempo i dipendenti della concessionaria sono stati messi in cassa integrazione. Inutili le proteste degli acquirenti, sia verso la famiglia Pelli sia verso Bmw Italia. Di qui la decisione di rivolgersi alla magistratura. Il titolare della Net, Bruno Pelli, rassicura i clienti («Tutti i problemi saranno risolti») e attribuisce la responsabilità della mancata consegna ai dipendenti: «Hanno indetto uno sciopero e materialmente non siamo in grado di far funzionare la concessionaria». Continua a leggere!

venerdì 11 novembre 2011

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Piloti in cassa integrazione in Italia, assunti con stipendi d'oro all'estero

VERONA - Tra cassa integrazione e indennità continuavano a percepire circa 7mila euro al mese, risultando di fatto disoccupati in Italia, ma invece svolgevano l'attività di piloti assunti da 9mila euro al mese.

La guardia di
finanza di Verona ha smascherato una truffa ai danni dell'Inps perpetrata da tre piloti di aereo che nonostante beneficiassero della Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria (Cigs), dell'indennità di mobilità e del trattamento previdenziale dello speciale Fondo Trasporto Aereo, arrivando a percepire una retribuzione in media pari all'80 per cento di quella originaria, invece di essere a casa senza lavoro, erano riusciti a farsi assumere come piloti di linea in compagnie aeree aventi sede in Paesi del Medio Oriente. Per continuare a percepire la Cassa Integrazione, si erano ben guardati dal comunicare la nuova occupazione all'Ente Previdenziale.

Fra questi c'era chi in un anno è riuscito a percepire indebitamente un importo netto pari ad 84 mila euro in quanto rientrante nel piano di mobilità adottato da una compagnia aerea con sede in Italia e 108 mila euro da una compagnia aerea sita in Medio Oriente presso la quale si era fatto assumere come comandante di Airbus. Le tre persone sono state segnalate dalle fiamme gialle veronesi alla Procura della Repubblica per i reati di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato e per il reato di truffa aggravata.

L'attività investigativa sviluppata dai finanzieri della Sezione Spesa Pubblica di Verona, si è incentrata soprattutto su un'analisi delle informazioni riguardanti i piloti di aerei percettori di ammortizzatori sociali, sulla base delle richieste inoltrate a varie sedi provinciali Inps, per lo più nel Nord Italia. Questi dati sono stati incrociati con le informazioni attinte dalle banche dati di rilievo internazionale in uso alla guardia di finanza. Questo ha permesso di portare alla luce la posizione dei tre piloti che, confidando nell'impossibilità di essere scoperti, prestavano la propria opera in paesi stranieri.
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2,7MILIONI DI SCORAGGIATI NON CERCANO PIÙ LAVORO

ROMA - Hanno abbandonato ogni speranza. Ma, al contrario dei dannati danteschi, non sono mai entrati. Anzi: pensano di non riuscire a entrare più. Sono i disoccupati italiani che, pur essendo disponibili a

lavorare, hanno rinunciato a cercare un impiego. Un esercito di 2,7 milioni di persone in preda a una sindrome definita tecnicamente «scoraggiamento». Secondo l’Istat, in Italia, sono il «triplo» rispetto alla media Ue e si vanno ad aggiungere ai 2,1 milioni di disoccupati (coloro che non hanno una occupazione ma la cercano attivamente).
A fronte dei 2,7 milioni di italiani che pur essendo disponibili a lavorare non cercano impiego, ce ne sono appena 309.000 in Francia (l’1,1% delle forze lavoro) e 530.000 in Germania (l’1,3% delle forze lavoro). Si avvicinano alla percentuale italiana soltanto la Bulgaria con l’8,3% di disponibili a lavorare che non effettuano alcuna ricerca e la Lettonia con l’8%.
Nel complesso, il 42% (circa 1,2 milioni) degli individui classificati tra gli inattivi che non cercano lavoro ma sono disponibili è convinto di non potere trovare un impiego perché troppo giovane o troppo vecchio, di non avere le professionalità richieste o perché ritiene che non vi siano occasioni di impiego nel mercato del lavoro locale. Un fenomeno sempre più rilevante, che interessa sia gli uomini sia le donne - spiega l’Istat nel report concordato con Eurostat.
E ieri è giunto anche il nuovo, allarmante dato sulla produzione industriale, calata a settembre del 4,8% rispetto ad agosto (dato destagionalizzato) e del 2,7% su base annua. Il ribasso congiunturale è il peggiore da dicembre 2008.

L'INTERVISTA.
Fulvio Fammoni è membro della segreteria generale Cgil. Che Italia è questa?
«L’Istat interpreta correttamente la situazione reale, identificando la platea degli scoraggiati. Finora il governo, per difendersi e nascondere i propri insuccessi, bollava chiunque ne parlasse di faziosità».
Come può venirne fuori l’Italia?
«Spero che adesso una discussione reale si possa sviluppare per decidere gli interventi necessari a tutelare questo enorme bacino e per dare prospettiva di un lavoro».
Perché il divario con la media europea?
«Purtroppo il nostro tasso di occupazione è dieci punti più basso di quello Ue. Tutto questo senza considerare, come fa Bankitalia, la platea dei cassintegrati».
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giovedì 10 novembre 2011

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LE IENE: "COS'È LO SPREAD?". I POLITICI VANNO KO

ROMA - In questo momento in Italia si fa un gran parlare di economia. Nelle trasmissioni televisive i politici, spesso impegnati a spiegare motivi e vie di uscita dalla crisi, discutono di agenzia di rating, spread , tassi d'interesse, deficit, liberalizzazioni e via dicendo. Per approfondire le nozioni di base dei nostri rappresentanti politici la Iena Sabrina Nobile si è recate fuori dal parlamento per fare qualche domanda in tema economico ai deputati: sarà stata l'emozione per la presenza delle telecamere ma , a parte qualche caso, le risposte sono state tutt'altro che confortanti...
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mercoledì 9 novembre 2011

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Non comprate i titoli di Stato Italiano. Ecco Consiglio

Più i titoli di stato italiano diventano una patata bollente, più vengono lanciate proposte surreali e nocive al benessere dei cittadini. Prima di scendere nel dettaglio vi spiego perché io
ci sto alla larga dai titoli di stato italiano, a prescindere dalla rischiosità dell’investimento.

Capisco che molti risparmiatori sono spinti da un senso emotivo di patriottismo verso l’Italia, che rischia di spingerli a prendere una scelta irrazionale, ma comprare bot e btp non centra nulla con un senso della patria, con il Manzoni, la nazionale italiana di calcio, o con la tradizione culinaria dello stivale. Comprare le obbligazioni dello stato serve a finanziare, appunto, uno stato che ha dimostrato negli ultimi 40 anni di amministrare molto male le risorse pubbliche prelevate (in forma di tasse o di prestiti) a decine di milioni di lavoratori risparmiatori.

Io non finanzio questo stato per ragioni etiche. Come non compro azioni di un’azienda che opera in maniera dubbia (sfruttamento minorile, prodotti cancerogeni, ecc…), non ho intenzione di dare i miei risparmi in mano a gente che ha dimostrato di gestire risorse pubbliche in maniera pessima. La vendita di titoli di stato serve al governo per raccogliere fondi perché le tasse non bastano a coprire tutte le loro spese. La vendita dei bot serve a pagare la pensione a ex parlamentari in pensione come Covre, il quale incita le folle a comprarne a più non posso. La vendita dei btp serve a pagare lo stipendio a Zaia, il quale sprona i veneti verso questa iniziativa patriottica per garantire uno stipendio da governatore veneto che è il doppio di quella del presidente americano. La vendita di titoli di stato serve a pagare a Napolitano i costi da Presidente della Repubblica che sono ben maggiori di quelli della regina d’Inghilterra e del re di Spagna. Non è sorprendente se chi ci vive di questa spesa pubblica cerca in qualsiasi modo di mantenere il flusso di questi risparmi privati verso i loro privilegi, ma io, come cittadino informato, non ci sto. Non basta indignarsi e brontolare di fronte al telegiornale. Bisogna agire con iniziative civiche come non comprare titoli di stato italiani, perché è la cosa moralmente giusta da fare.

Chi pensa che la crisi della finanza pubblica sia dovuta a fattori esterni o a questo particolare governo uscente, si sbaglia di grosso. Lo stato italiano è riuscito ad accumulare il più grosso debito pubblico, in valori assoluti, di tutta Europa per colpa di quarant’anni di spesa pubblica irresponsabile, fatta da un’intera classe dirigente inaffidabile. Non a caso i parlamentari italiani prendono stipendi tre volte tanto i loro colleghi europei. Perché finanziarli? Nella miglior delle ipotesi fare grandi sacrifici per la patria italica sarebbe solo un rattoppo temporaneo da ripetere ogni anno. Nella peggior delle ipotesi vedremo immediatamente andare in fumo comunque i sudati risparmi di quegl’ingenui cittadini. In questo articolo Luca Zaia parla di un sacrificio collettivo di 500 euro per cittadino per far fronte ai 300 miliardi (del totale di 1900) che devono essere rinnovati a breve. Intanto il debito che verrà rinnovato nel 2012 ammonta a 402 miliardi (vedi articolo tecnico), e cioè, su una popolazione di 60 milioni, parliamo di 670 euro a testa, dai bambini fino ai bisnonni. Secondo Zaia, io, a capo di una famiglia composta da due genitori e tre bambini, dovrei imprestare a gratis per orgoglio patriottico 3350 euro, così lo stato italiano non deve pagare il 7% a quei brutti speculatori stranieri che non si fidano della solvibilità dello stato italiano.

Naturalmente per funzionare tutte le famiglie dovrebbero fare altrettanto, e non come una tantum, ma anche negli anni successivi, dato che ogni anno bisogna rinnovare alcune centinaia di miliardi di euro di debito pubblico. Qui abbiamo una classe politica che è sconnessa dalle difficoltà economiche che patiscono le famiglie, ma a questo ci hanno pensato le menti malefiche del sistema bancario italiano. L’appello lanciato da Covre e Zaia può funzionare tra i volonterosi veneti, che, come descritto in questo articolo, hanno già aumentato il loro stock di bot e btp (veneti… primi nel volontariato). Ma Andrea Monorchio, vice presidente della Banca Popolare di Vicenza, ben sa che questo non funzionerebbe mai nella sua natia Calabria. Allora ecco a voi “l’investimento forzoso” (rileggete l’articolo per credere) basandosi sul patrimonio immobiliare. In parole povere, se hai una casa lo stato ti costringerà a fare un mutuo per comprarti debito pubblico. E’ un investimento obbligato, dice Monorchio, una “tassa redditizia” si lascia scappare.

In conclusione, se la caramella dell’amore per la madre patria non funziona, ecco il bastone fiscale, susseguito da espropri ed equitalia, che vi obbligherà a comprare debito italiano.
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Torna La lira Nel Comune di Poppiper (Arezzo) per un mese di spende in lire

Nel Comune di Poppiper un mese, sarà di nuovo possibile fare acquisiti utilizzando la lira come moneta. La curiosa iniziativa della cittadina casentinese, in provincia di Arezzo è valida solo per lo shopping, perché sono stati i commercianti ad avere l'idea di rispolverare i vecchi registratori di cassa. Vi aderiscono gli esercizi dell'Associazione Attività Produttive e della Confesercenti, il tutto in collaborazione col Comune. E' un segnale di protesta contro l'euro? Non proprio, "l'idea è nata dalle indagini economiche, che dimostrano quanto siano ancora tante le lire custodite nelle abitazioni", spiega Sara Livi di Confesercenti Casentino.

"L'opportunità di poterle spendere può essere quindi un modo per promuovere le attività commerciali diPoppiPer chi ancora invece ha le banconote nei salvadanai l'iniziativa è l'occasione per spenderle senza dover necessariamente recarsi in Banca d'Italia per lo scambio in euro". Il ritorno alla lira, che riguarda 37 negozi su 70, sia pur per un mese, è stato possibile grazie alla Cassa di Risparmio diFirenzeche si farà carico della riconversione delle lire in euro presso Banca d'Italia
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martedì 8 novembre 2011

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Ex assicuratori continuavano a intascare i premi dei clienti: frode da 5,5 milioni

PADOVA - Ci sono anche evasori fiscali, parenti ed amici personali, tra le vittime di una maxi frode da 5 milioni e mezzo di euro architettata e realizzata da due ex assicuratori e dal figlio di uno di loro in tutto il
Nordest. I tre sono stati arrestati dalla Guardia di finanza di Padova in esecuzione di altrettante ordinanze di custodia cautelare, firmate dalla Procura della Repubblica del capoluogo euganeo. Il pm Federica Baccaglini ha ottenuto la custodia in carcere, firmata dal gip Paola Cameran, per Mauro Malachin, 49 anni, di Solesino (Padova) e Sergio Ferraresi (59), residente a Ferrara. Ai domiciliari è invece il figlio di Sergio Ferraresi, Luca, 37 anni, residente a Stienta, nel rodigino.

Il meccanismo del raggiro era semplice: il terzetto faceva sottoscrivere polizze assicurative a un nutrito gruppo di clienti e, al posto di versare i premi sul conto corrente della compagnia, li dirottava su conti correnti privati. Anche dopo la revoca del rapporto e l'inoltro di una querela da parte della compagnia assicuratrice, accortasi delle condotte illecite, gli ex assicuratori, hanno continuato imperterriti a farsi pagare premi e far sottoscrivere polizze.

Il ritratto che emerge dalle indagini fotografa una realtà desolante: assicuratori che si imbrogliano a vicenda, truffano la compagnia assicuratrice e clienti che a loro volta investono e perdono milioni di euro, frutto di evasione fiscale e truffe ai danni di enti pubblici. Tra questi anche finti poveri, ricchi nella realtà e indigenti per le strutture sociali. Gente, insomma, che fingendosi povera non aveva scrupoli a chiedere la sovvenzione per gli studi dei figli o per la mensa scolastica, e poi investiva centinaia di migliaia di euro in polizze assicurative adducendo giustificazioni originali come l'aver ritrovato casualmente 200.000 euro nell'armadio del vecchio padre deceduto.

I tre destinatari dei provvedimenti di custodia cautelare erano già finiti in Tribunale per una causa civile milionaria. Contro Malachin e Ferraresi, ex titolari di una agenzia assicurativa Unipol, e contro la stessa compagnia assicurativa alcuni dei frodati hanno intentato causa civile.
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venerdì 4 novembre 2011

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Il comune Di Padova Non sente la Crisi,Anzi regala un bonus di 1 milione di euro ai suoi dirigenti

PADOVA - Un milione di euro come premio di produzione ai dirigenti del Comune di Padova. Nonostante la crisi, palazzo Moroni non rinuncia a premiare la sua dirigenza. A dare il via libera ad un benefit che complessivamente arriva a un milione 13mila 774 euro (la quota è
comprensiva di Irap e oneri riflessi) è stata una determina del settore "Risorse umane" firmata lo scorso 26 ottobre dal capo settore, Paola Lovo. Determina che ha per oggetto: "Liquidazione e retribuzione di risultato personale dirigente e compenso al segretario direttore generale - anno 2010". Provvedimento in cui si spiega che il settore Programmazione controllo e statistica lo scorso 25 ottobre "ha comunicato i risultati in merito alla valutazione del risultato e della qualità della prestazione dirigenziale ai fini della retribuzione di risultato per l'anno 2010 con riferimento al personale dirigente a tempo indeterminato, determinato e al compenso spettante al segretario direttore generale".

Risultati che evidentemente hanno dato un responso positivo per tutti i dirigenti in forza a palazzo Moroni. Tanto è vero che l'amministrazione comunale si appresta ora a stanziare più di un milione di euro così suddivisi: 760mila 521 per le retribuzioni, 188mila 609 euro per gli oneri riflessi e 64 mila 644 euro per l'Irap. Tenendo conto che, tra capi settore, dirigenti e segretario generale il personale dirigente in Comune arriva a quota 45 persone, si può calcolare che mediamente ogni dirigente si porterà a casa oltre 22mila euro lordi di premio. Nel 2009, giusto a titolo di esempio, il premio più corposo era spettato al capo settore Lavori pubblici Luigino Gennaro che aveva potuto contare su una "retribuzione straordinaria" di 23mila 513 euro, mentre Gilda Padovani si era fermata a poco più di 8mila euro.

Naturalmente un milione di euro di premio, in tempi di crisi come questi, fa scattare immediatamente le polemiche. A tuonare contro il bonus di fine anno è la Lega Nord. «La legge prevede che le retribuzioni di risultato vengano assegnate solamente a chi rispetta tutte le procedure previste dalla legge - va all'attacco il consigliere del Carroccio Luca Littamè -. A quel che mi risulta, molti tra i dirigenti, non hanno pubblicato il loro curriculum online. Altri, pur avendolo pubblicato, non l'hanno inserito in formato europeo e anche questo sarebbe sufficiente a vanificare la retribuzione». «A beneficiare della retribuzione di risultato - rincara la dose - saranno anche quei dirigenti fiduciari che Zanonato, con un escamotage, ha graziato dalle nuove disposizioni sul pubblico impiego volute dal governo e questo dovrebbe farci riflettere». «Aldilà delle questioni procedurali - dice invece il suo compagno di partito Mario Venuleo - è mai possibile che tutti i dirigenti, nessuno escluso, siano meritevoli di un premio?». «Detto questo - conclude il consigliere leghista - viene da chiedersi se sia morale da un lato continuare a chiedere sacrifici ai padovani e dall'altro invece spendere un milione di euro come premio ai dirigenti. Per non parlare poi dei 150mila euro che il comune spenderà per le due nuove statue in piazzale Stazione».
L'OPINIONE PUBBLICA:
1)questi sono la causa del debito pubblico e dello sperpero delle tasse dei cittadini
2)Il governo taglia i traferimenti ai comuni, bisogna fare tagli alle mense scolastiche, ai trasporti pubblici, alla manutenzione dellle strade, ai premi dei dirigenti.....E NO ai dirgenti NO tagli, anzi diamo il premio di risultato, sono tutti tutti bravi.
...e ne vediamo i risultati
3)Vorrei che qualcuno mi chiarisca le idee: una persona che viene assunta a qualsiasi posto deve fare il suo dovere, non?? Se non lo fan bene, nel privato rischia a perdere il posto, nell'amministrazione pubblica non rischia NIENTE, anche se fa degli sbagli.
Mi sa che che nella P.A. hanno solo diritti e nessun dovere. Se tutti noi poveri "non impiegati nella P.A." dobbiamo fare sacrifici a causa della crisi, lor signori MAI??????? solo incassare??? Se sbaglio, mi illuminate per piacere???
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Compriamo i titoli di Stato e SALVIAMO L'ITALIA

ROMA - "Comprate titoli si stato" rcista l'inserzione nella pagina del Corriere. L'imprenditore ha acquistato un'intera pagina per invitare gli italiani a compare i titoli di Stato e aiutare il Paese ad uscire da un
periocoloso avvitamento della crisi. Non si tratta di Della Valle: questa voltà l'iniziativa è stata presa da un libero professionista che ha firmato l'appello. Si chiama Giuliano Melani, lavora come responsabile leasing di una grande banca italiana, e lancia la sua proposta proprio mentre alcune banche internazionali riducono la propria esposiziona verso il debito sovrano dei paesi in difficoltà, Italia compresa.

«Facciamo uno sforzo, compriamo il nostro debito. Chi più ne ha più ne metta. Rechiamoci in banca, mandiamo a ruba i nostri titoli di Stato. Compriamoli al tasso di rendimento più basso possibile. Compriamoli anche a tasso zero»: questo il suo messaggio. Quello che Melani sogna è che lunedì mattina le richieste di acquisto su Btp, Cct, Ctz creino un'onda di acquisti tali che abbatta lo spread con in Bund tedeschi. Quel dannato differenziale per il quale l'Italia paga il proprio debito 430 punti base in più dei Tedeschi. Melani si impegna ad acquistare lunedì 20.000 euro in Btp, nel frattempo ne ha già dati al Corriere «20.570 iva compresa» per pagare la pagina di inserzione.

«Io non sono Della Valle, ma mi sono deciso a comprare la pagina quando ho letto sui giornali titoli da far paura dove si spingevano i lettori a vendere i propri titoli di stato. Roba da incoscienti!» racconta all'Ansa. «Invece dobbiamo salvare questo Paese - attacca Melani - Mettiamo in sicurezza l'edificio che sta crollando. Non saranno certo nè Bersani nè Berlusconi a salvarci. Se continuano a salire i rendimenti dei titoli tutte le manovre che facciamo continueranno a essere bruciate». Politicamente Melani dice di non essere nè di destra nè di sinistra, si definisce «indifferente». «Alle ultime elezioni ero in ospedale e con gli altri ricoverati ci siamo divertiti a farci allestire un seggio elettorale, poi ho votato al Senato per uno di destra e alla Camera per uno di sinistra».

Residente a Quarrata in provincia di Pistoia, Melani ha simpatie per il sindaco di Firenze anche se lo trova «un pò leggero». «Renzi sta cercando di fare un buon caciucco: un pò di deputati in meno, un pò di pensioni in più, un pò di Cgil in meno un pò di Marchionne in più, mi sembra un bravo ragazzo». Lui Melani «non ha un comitato, nè un partito nè un movimento» ha però fatto pubblicare il suo indirizzo e-mail e il suo cellulare al quale stanno chiamando e scrivendo in molti promettendo di comprare titoli di stato. Fra le tante chiamate anche quella del direttore del Corriere Ferruccio de Bortoli che ha promesso di sostenere l'iniziativa.
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giovedì 3 novembre 2011

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Enrico brignano Contro la Casta dei politi. Video Record di Accessi

ROMA - Brignano attacca la casta e spopola non solo in tv, con il pubblico delle Iene che applaudiva convinto, ma anche sul web, dato che il video del suo monologo è cliccatissimo in Rete e condiviso da centinaia di utenti su Facebook. L'attore romano si rivolge agli onorevoli: "Mentre gli italiani tra un po’ finiranno di raccattare gli ultimi avanzi nel cassonetto dell’umido, i nostri onorevoli deputati, nei prossimi tre anni prenderanno lo stesso identico, scandaloso stipendio che hanno preso finora! Ma dico, cari onorevoli, non vi fate un po' di schifo da soli?". Brignano ha ricordato i soldi spesi per i vari “rimborsi” in favore dei politici e i privilegi della casta. Il monologo è andato ieri in onda a Le Iene show, condotta quest’anno da Ilary Blasi e dalla nuova coppia formata dai due attori, Luca Argentero ed Enrico Brignano.
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mercoledì 2 novembre 2011

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GELATERIA ANTICASTA: PER I DEPUTATI 30 € A CONO

ROMA 02 Novembre 2011 Prima la pizza a 100 euro a Napoli, per tutti i clienti parlamentari, ora anche una delle gelaterie romane, via dell'Angeletto, alza i prezzi per

deputati e senatori: un gelato per loro costa da listino 30 euro. Un cartello, però, specifica che i soldi sono destinati alla beneficenza.
Angelo Di Massimo è l'ideatore dell'iniziativa, che secondo lui rappresenta "un segnale per i politici che hanno difficoltà a relazionarsi con la vita che facciamo noi tutti i giorni e questo è un modo per dargliene un esempio".
Di Massimo si augura inoltre che altri commercianti seguando il suo esempio: "Perché questo è un gesto semplice che però dá fastidio e dunque può essere utile più di una manifestazione in piazza con migliaia di persone".

Lo stesso Di Massimo si è fatto contagiare dall'idea Sorbillo a Napoli, da lui considerata più che valida: "Ho trovato l'iniziativa geniale e l'ho riproposta nella mia attività". Il gelataio condivide anche altre idee, come quelle che hanno spinto gli indignati a scendere in piazza lo scorso 15 ottobre.
Anche se lui non ha potuto prendere parte alla manifestazione per via del suo lavoro che lo teneva impegnato: "E' passata qui vicino ed ho trovato giustissima la manifestazione. Se avessi potuto avrei partecipato. Una critica però la faccio: con questo tipo di manifestazioni non si riesce mai a mandare un segnale veramente forte". A proposito degli scontri nati nel corso di quella stessa giornata, invece: "Bisognerebbe fare molta chiarezza. Non si capisce come mai ogni volta persone di questo tipo e così organizzate riescano ad entrare in una manifestazione".
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Turismo in Crisi: SPECCHIOLLA LA PIU' COLPITA

CAROVIGNO (BR) - Specchiolla ha un futuro o no? Dall’immondizia che troneggia sugli scogli, al momento pare di no. Tanti sembrano i lavori di restauro della località marittima vicina a San Vito che da sempre, nonostante i
perimetri non compiacenti, la sente sua. Ma la pioggia di finanziamenti, la ristrutturazione, l’impegno delle amministrazioni comunali di Carovigno e San Vito non sono bastati a frenare l’inciviltà di chi da Specchiolla ci passa, ci risiede o ci campeggia. La stagione estiva è finita e le coste sono improvvisamente diventate discariche. Sacchetti di spazzatura e rifiuti di ogni tipo imbrattano scogli e spiagge, mentre i cassonetti restano vuoti. Un ristoratore ostunese innamorato a suo dire di Specchiolla, residente da trent’anni nella casa al mare, è convinto delle potenzialità della zona e da sempre si batte in prima linea per restituire alla località quella dignità che finora, secondo lui, le è mancata.

Ha in mente diversi progetti che vorrebbe realizzare per contribuire allo sviluppo del turismo, e spera in un accordo col comune. Ma nonostante le prospettive e la volontà di pochi, sembra che non esista collaborazione con chi poi queste zone le vive, anche solo per brevi periodi. Da Specchiolla a Punta Penna Grossa, le coste e le campagne invase di spazzatura non sono certamente una bella cartolina invernale della nostra provincia. Soprattutto se l’obiettivo delle istituzioni locali resta la destagionalizzazione del turismo, in vista anche dell’inserimento di Carovigno nella lista delle località turistiche, un riconoscimento ottenuto nella determinazione dirigenziale dello scorso luglio. Già a marzo durante un incontro tra i sindaci dei due comuni interessati, l’avvocato Alberto Magli primo cittadino di San Vito esortò a migliorare la raccolta dei rifiuti e a realizzare interventi di sistemazione delle strade urbane, in molti tratti dissestate. "Leggi l'articolo completo sull'edizione di Senzacolonne oggi in edicola"
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