lunedì 3 maggio 2010

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viaggi in caduta, specie al Sud

Il settore del turismo archivia un 2009 da dimenticare. Il numero di viaggi degli italiani è calato dell'8%, tra vacanze e affari con un picco del -8,3% nel comparto leisure che pesa per l'86,6% sul totale, dovuto alla flessione dell'11,6% registrata dalle vacanze brevi, mentre quelle con almeno quattro pernottamenti si mantengono sostanzialmente stabili. La fotografia arriva dall'indagine «Viaggi e vacanze in Italia e all'estero 2009» dell'Istat. A soffrire di più gli spostamenti con destinazioni italiane (-9,4%) con una contrazione particolarmente marcata nel Sud (-19,7%) dove diminuiscono sia le vacanze brevi (-25,3%) sia quelle lunghe (-17,5%).

Alla contrazione delle vacanze corrisponde una flessione ancora più pesante dei ricavi di tour operator, albergatori e agenzie di viaggio registrare cali dal 10% al 35 per cento. Ma il 2010 dovrebbe segnare un leggero recupero, secondo le previsioni dell'Isnart-Unioncamere che oggi alla Bit, alla fiera di Milano-Rho fino al 21 febbraio, presenta il rapporto annuale «Turismo in pillole» di cui Il Sole 24 Ore dà un'anticipazione.

«Per contrastare le conseguenze della crisi economica – spiega Flavia Maria Coccia, direttore operativo di Isnart –, il comparto del ricettivo alberghiero ha agito fortemente sulla leva dei prezzi abbassandoli dell'8,8%: ciò ha fatto sì che, dal -4,3% di vendite di camere che si prospettava a fine estate, si chiuda l'anno con un 3,1%». Una politica che ha mantenuto alta la capacità di attrazione delle destinazioni italiane «ma che ha inciso sul fatturato delle imprese, con una perdita stimata sul fatturato del -11%» continua Coccia. A calare, oltre ai fatturati degli operatori turistici, anche quelli di altri settori, basti pensare che tra vitto, alloggio, shopping e attività ricreative (cultura e divertimenti) gli italiani in vacanza hanno speso 2 miliardi in meno rispetto al 2008 per un totale di 75 miliardi.

Per il 2010 l'Isnart prevede una ripresa dei viaggi all'estero (4,9 milioni di italiani contro i 2,6 milioni dell'anno scorso) per un totale di 14 milioni che partiranno rispetto ai 10,8 milioni del 2009. «Per le prossime vacanze – conclude Coccia – gli italiani spenderanno 11,1 miliardi di euro di cui 5,4 miliardi resteranno in Italia con una previsione di spesa media pro-capite di 647 euro».

Le flessioni registrate nel 2009 dal settore turistico non sono così gravi rispetto alle perdite che hanno interessato altri comparti come l'industria o l'abbigliamento, secondo Enrico Finzi, presidente di Astra-Demoskopea. «Il settore ha perso poco e meno di quanto si pensa – spiega il sociologo – perché l'Istat non tiene conto di canali come il turismo religioso che è in forte crescita e i microviaggi. La tendenza degli ultimi anni a una riduzione della durata della vacanza è stata acuita dalla crisi che ha riportato in auge la gita fuori porta in giornata o con una sola notte in albergo, nelle seconde case o ospiti di amici e parenti. Viaggi che non sono mediati da agenzie o tour operator e sfuggono alle rilevazioni ufficiali. Ma questo non significa che la gente non va in vacanza e non spende».

Certo la crisi c'è e si fa sentire e il Sud è il più colpito, continua Finzi. «È più lontano e difficile da raggiungere, ha una minore capacità di ospitalità, infrastrutture peggiori del resto d'Italia e meno servizi. Senza dimenticare i tagli ai voli su Brindisi fatti da Alitalia che hanno penalizzato il Salento. Basti pensare invece ad aree che hanno tenuto come l'alto Adriatico e il Garda: sono capaci di fare sistema e marketing. Stesso discorso per le crociere capaci di offrire soluzioni per target diversi con un altissimo rapporto tra prezzo e qualità percepito dal pubblico».

Meno ottimisti invece gli operatori del settore. «Il tema vero – commenta Andrea Giannetti, presidente di Assotravel – non è tanto la riduzione del numero di viaggi che è comunque preoccupante ma non quanto la flessione dei ricavi, fra il 30 e il 35%, che le nostre agenzie hanno registrato». La crisi non è per nulla finita, secondo il presidente di Assoturismo-Confesercenti, Claudio Albonetti: «La vera preoccupazione è come incentivare una stagione turistica estiva che potrebbe essere segnata da una ulteriore flessione rispetto al 2009». Chiede incentivi per il settore Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi-Confturismo: «Il 2009 è stato un anno assolutamente negativo per il turismo. Ci dispiace però non essere presenti mai nei settori da aiutare e sostenere».



IN DIMINUZIONE IL NUMERO DEGLI SPOSTAMENTI

Nel 2009 sono 113 milioni e 46mila i viaggi della popolazione residente: rispetto al valore rilevato nel 2008 la flessione risulta dell'8%; quelli effettuati per vacanza sono l'86,6%, mentre il restante 13,4% è effettuato per ragioni di lavoro

Calano nel 2009 le notti trascorse fuori casa (pari a 676 milioni e 244mila, con una flessione dell'8% sul 2008); in termini di pernottamenti, il 91% delle notti viene speso in occasione di viaggi di vacanza e l'8,4% per i viaggi di lavoro

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