giovedì 6 maggio 2010

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Crisi Grecia, attacco alle banche italiane

Panico a Wall Street, poi perde il 3%
Piazza Affari giù del 4%. Moody's: gli istituti italiani potrebbero essere colpiti. Ma Bankitalia rassicura. Berlusconi: le agenzie di rating hanno perso credibilità. Tremonti: nessuno è immune. Scivola l'euro ROMA (6 maggio) - I timori di un contagio della crisi greca affondano le Borse: Milano ha perso il 4%, mentre Wall Street, in uno dei giorni più turbolenti della storia, è arrivata a perdere quasi il 10%, per poi chiudere con un -3%.

«Nessuno è immune dai rischi perché passeggero con biglietto di prima classe.L'estensione della crisi è sistemica e la soluzione può essere solo comune e politica», ha detto il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti.

La nube della speculazione continua dunque a intossicare l'Europa e dopo la Spagna e il Portogallo, colpite nei giorni scorsi dai timori di infezione della crisi greca, oggi è toccato all'Italia essere contagiata dalla paura. Piazza Affari ha chiuso in calo del 4,2% mentre la forbice dei rendimenti tra i titoli di stato italiani e quelli tedeschi si è ulteriormente allargata. L'euro è sceso a 1,25 dollari. Una reazione dei mercati che fonti della Banca d'Italia, in serata, hanno definito «ingiustificata».

A Piazza Affari banche in picchiata. L'attacco agli istituti italiani è partito dopo un report di Moody's che ha allineato le banche del nostro Paese a quelle spagnole, portoghesi, irlandesi e della Gran Bretagna: tutte considerate a rischio di contagio. Intesa Sanpaolo e Unicredit sono arrivate a perdere oltre il 10%, chiudendo con cali intorno al 7%. I ribassi dei titoli del credito hanno fatto crollare l'indice Ftse Mib dei titoli principali, che ha perso il 4,27% tornando così sui livelli dell'estate 2009. Arretrano anche Madrid (-3,27%) e Parigi (-2,14%), mentre Londra cede l'1,52%.



Il crollo di Wall Street, voci di errori tecnici. Il Dow Jones, dopo una breve ma violenta picchiata che l'ha portato a lasciare sul terreno fino a 998 punti, pari a quasi il 10%, ha chiuso con un calo del 3%. A spingere giù gli indici i timori che la crisi greca possa interrompere la ripresa dell'economia globale. Si sono poi diffuse voci secondo le quali alcuni errori tecnici potrebbero aver accelerato le vendite. Nessun errore del sistema durante il crollo e la successiva parziale risalita del Dow Jones, ha affermato però il Nyse, la società che gestisce il mercato americano.

Il Dow Jones ha perso 700 punti in 15 minuti e ne ha guadagnati 600 nei successivi 20 minuti. Citigroup sarebbe la società che potrebbe aver creato il crollo degli indici. La grande azienda di servizi finanziari - riporta l'emittente televisiva Cnbc - «sta indagando su potenziali scambi errati». Secondo indiscrezioni circolate in precedenza, all'origine del tonfo sarebbe stato invece il gruppo di beni di consumo Procter & Gamble.

L'euro scivola sotto quota 1,26. Anche oggi l'euro ha proseguito la sua corsa al ribasso. La moneta unica è scesa anche sotto la soglia di 1,26 dollari, con un minimo di seduta di 1,2551 dollari. Non accedeva dal 10 marzo 2009.

Moody's: rischio contagio anche per l'Italia, ma poi conferma rating. Moody's, in un rapporto diffuso stamattina, ha lanciato l'allarme: la crisi finanziaria della Grecia rappresenta un rischio di contagio importante per i sistemi bancari di diversi Paesi europei. Secondo Moody's i Paesi più a rischio di contagio sono il Portogallo, la Spagna, l'Italia, l'Irlanda e la Gran Bretagna. L'agenzia di valutazione del debito in serata ha tuttavia confermato la valutazione assegnata al debito italiano "AA2" e confermato anche le prospettive, definite «stabili».

«Banche italiane robuste, ma non immuni». «L'Italia è uno dei Paesi dove il sistema bancario è stato sino a oggi relativamente robusto», ma dove c'è comunque un rischio di contagio se «le pressioni dei mercati sui "rating sovrani" aumenterà», sottolinea Moody's nel rapporto sul sistema bancario europeo. Nello studio si sottolinea poi come il sistema bancario italiano abbia accusato meno di altri lo scoppio della "bolla immobiliare" e di quella dei derivati.

L'Italia non rischia il contagio della crisi che ha colpito la Grecia, afferma invece l'agenzia di rating Fitch che, esaminando i dati relativi al sistema Italia, mantiene un giudizio inalterato giudicando positivamente l'operato degli istituti bancari. «Il rating della nostra agenzia sul debito sovrano italiano -spiega all'agenzia Adnkronos Christian Scarafia, senior director nel gruppo financial institutions di Fitch Italia - è di "AA-", con un andamento stabile per
il prossimo futuro». Secondo Fitch «le banche italiane hanno saputo reagire bene, grazie soprattutto ad un modello di business tradizionale basato principalmente sulla raccolta tra la clientela».

Bankitalia: le banche italiane sono robuste. «Il sistema bancario italiano è robusto - hanno commentato fonti di Bankitalia -. Il deficit di parte corrente è basso, il risparmio è alto, il debito complessivo di famiglie, imprese e Stato è basso rispetto ad altri Paesi, il debito netto nei confronti dell'estero è basso. Tutto ciò rende il caso dell'Italia diverso da quello di altri Paesi».

La reazione mercati «è del tutto ingiustificata. L'esposizione delle banche italiane verso la Grecia è pari allo 0,2% del totale delle attività del nostro intero sistema», hanno poi sottolineato ancora in serata fonti della Banca d'Italia.

«Il sistema bancario italiano dispone di una quantità di titoli stanziabili sufficiente a fronteggiare eventuali tensioni, anche di notevole intensità, sui mercati interbancario e della provvista all'ingrosso», hanno aggiunto le fonti della Banca d'Italia, spiegando inoltre come nel comparto bancario «la posizione netta di liquidità è andata migliorando nel corso degli ultimi mesi».

Le agenzie di rating ormai hanno perso credibilità: bisogna intervenire per regolare la loro attività. E' l'opinione del premier Silvio Berlusconi, che parlando con alcuni dei suoi più stretti collaboratori, ha dato un giudizio severo sulle agenzie internazionali che giudicano la solidità dei sistemi economici degli Stati. Il rigore dei conti resta la priorità, ha poi ribadito il premier.

Merkel e Sarkozy alla Ue: salvare l'euro. Merkel e Sarkozy hanno scritto una lettera congiunta in cui chiedono a Bruxelles il rafforzamento della governance economica europea per salvare l'euro. Merkel e Sarkozy vogliono rafforzare la sorveglianza sui conti pubblici della zona euro e dotare i sedici Paesi membri di un «robusto quadro» di gestione della crisi. La lettera è pubblicata dal quotidiano francese Le Monde.

«Siamo convinti che non ci sarà un default della Grecia». Lo ha detto il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, sottolineando che il Consiglio direttivo della banca centrale di Eurolandia - che oggi ha lasciato invariati i tassi - «si congratula del piano greco adottato al termine di trattative con la Commissione Europea e l'Fmi e che permetterà di garantire la stabilità finanziaria della zona euro». «Non abbiamo mai discusso in alcun modo un'ipotesi di procedura di default di stati di Eurolandia», ha aggiunto Trichet.

Tremonti: venerdì ok a decreto aiuti da 5,5 miliardi. «La nostra quota nel pacchetto di sostegno è il 18,4% per cento del totale europeo, pari inizialmente a 5,5 miliardi. Il decreto legge che sarà approvato domani dal Consiglio dei ministri ci consente di intervenire in modo flessibile con emissioni a medio/lungo termine e anticipazioni di tesoreria», ha precisato il ministro dell'Economia.




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