venerdì 18 dicembre 2009

0

Pasta Russo di Cicciano (NA) è fallita

CICCIANO - Il Pastifico Russo, che molti nel Nolano chiamano “il Mulino”, è nato nel 1880. A crearlo la famiglia Russo di Cicciano.La società oggi è la Carmine Russo Spa, che ha vissuto anni di vera gloria imprenditoriale. Con l'espandersi dell'attività venne costituita nel 1927 la Società anonima Carmine Russo e creata una terza azienda, un pastificio a carattere artigianale, il quale in seguito, con opportuni aggiornamenti degli impianti, per far fronte alle sempre crescenti richieste del mercato dovute all'ottima qualità della pasta, aumentava man mano la quantità giornaliera di prodotto lavorato. Nel 1948 fu creata la quarta attività, il biscottificio “con potenziale iniziale di 80 quintali al giorno in breve portato a 150, ma il boom della produzione si ebbe però quando la società anonima si trasformò in società per azioni”. Non c’è forse famiglia dell’area nolana che non abbia avuto in dispensa un pacco di pasta (dai tradizionali colori rosso e blu) Russo. Una pasta tra l’altro particolare, perché in tantissime “forme” diverse. La “pastina” della Russo ha nutrito intere generazioni, come le fette biscottate. Gli ultimi livelli produttivi, citati nel sito dell’azienda, ancora malinconicamente aperto, è di 5500 quintali. Una produzione che, si legge sempre sul sito, conferisce “al paese, dove oggi sorge il moderno complesso industriale, l'appellativo di "CICCIANO - IL POSTO DELLA PASTA"”. Un posto che non c’è più.
Il 17 dicembre del 2001, l’opificio viene acquistato dall’imprenditore Mario Maione, avvocato, allora proprietario del Napoli basket. Il futuro era già fosco per gli operai, ma l’arrivo di Maione sembrò rasserenare l’orizzonte. “Siamo riusciti a realizzare un progetto di ristrutturazione del pastificio- raccontava in una intervista nel 2008 l’avvocato Maione. E aggiungeva “il marchio tiene duro”. Era settembre del 2008, 15 mesi fa. Dopo meno di un anno, il 24 luglio, il Tribunale di Napoli dichiara fallito il Pastificio Russo , esposto per 30 milioni di debiti. Il resto, è storia da scrivere nelle aule giudiziari e sui documenti contabili del curatore fallimentare. E ora sul tetto del Comune.

.

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts with Thumbnails