mercoledì 4 maggio 2011

0

“Fazzoletto alla mano”, i lodigiani dicono addio al posto fisso

“Fazzoletto alla mano”, i lodigiani dicono addio al posto fisso. Il contratto a tempo indeterminato, quello sicuro e che durava una vita, è una chimera. Lo dicono i numeri che, come è risaputo, non mentono mai: l’anno scorso su 46.947 assunzioni nel territorio, ben 21.259 avevano alle spalle un contratto a tempo determinato, in crescita rispetto al passato, mentre solo 12.777 potevano ritenersi una volta per tutte al sicuro.

Basta dare un’occhiata alle cifre per rendersi conto di quanto sia difficile mettere in tasca un contratto senza doversi più preoccupare: i famigerati Co.Co.Co. nel 2010 arrivavano a quota 4.156, l’8 per cento in più rispetto al 2009, a cui si aggiungono 5.493 assunzioni interinali, che in un solo anno hanno registrato un’impennata del 45,97 per cento. Senza dimenticare i 1.103 casi di apprendistato, 850 per il tirocinio, 188 per l’inserimento, 230 per il lavoro autonomo e 883 per quello domestico.

Non solo i contratti a tempo indeterminato rappresentano, soprattutto per i giovani, un miracolo, ma sono persino in discesa: nel 2010 se ne potevano contare 1.124 in meno rispetto al 2009. È questa la fotografia del mondo del lavoro scattata dall’unità operativa “Politiche del lavoro, promozione all’impiego e cooperazione internazionale” che fa capo alla Provincia di Lodi. Gli uffici sottolineano che i dati non si riferiscono alle persone fisiche, bensì alle assunzioni registrate nel corso di un anno: è possibile che un lavoratore abbia infatti firmato più di un contratto nell’arco di dodici mesi.

Nel Lodigiano si contano quasi 13mila disoccupati, un dato aggiornato al mese di marzo 2011, mentre ci sono 2.052 persone in mobilità, lavoratori che hanno più di 55 anni o che hanno un’età compresa tra i 40 e i 50 anni. Gli esperti ricordano che le informazioni relative a mobilità e disoccupazione per il momento devono essere presi con le pinze. In ogni caso, le assunzioni registrate nel 2010 sono state superiori a quelle del 2009, 46.947 contro 45.825, 1.122 in più. Le cifre spesso mostrano che a pagare il prezzo più caro della crisi sono le donne: gli uomini possono vantare più assunzioni e più contratti a tempo indeterminato. Non solo, come evidenziano alcune analisi, una volta tagliate fuori dal mercato le donne difficilmente si buttano di nuovo nella “mischia”. A questo proposito, secondo la consigliera per le pari opportunità di palazzo San Cristoforo, Antonella Sudati, servirebbe un’analisi approfondita per capire le motivazioni: «Vanno in pensione? Lavorano in altre province? Non trovano più posto perché magari hanno una certa età? - si chiede -. La crisi ha colpito soprattutto le categorie deboli, anche le persone poco qualificate sono le prime a essere penalizzate». Il vicesindaco di Lodi, Giuliana Cominetti, si occupa da tempo della questione, anche attraverso iniziative come il “Credito rosa”, per agevolare il gentil sesso a fare impresa. «Spesso a 35 anni per il mondo del lavoro sei vecchia, soprattutto se hai una famiglia. Molte donne non riescono più a trovare un’occupazione e allora si mettono in proprio. Altre si ritrovano a scegliere tra la famiglia e la carriera.Le forme di lavoro sono più flessibili, ma in risposta non ci sono dei servizi adeguati, gli orari sono sempre quelli standard, dalle 8 alle 17, ma ci sono professioni con esigenze ben diverse»

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts with Thumbnails