mercoledì 3 febbraio 2010

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In crisi anche la Coca-Cola 'Chiudiamo'

LA CRISI non risparmia neanche la Coca-Cola. Dopo Reggio Calabria, la multinazionale che produce la bevanda più diffusa del pianeta è pronta a lasciare anche Bari. Nel capoluogo pugliese, dove sono occupati 50 addetti fra operai e impiegati, i sindacati annunciano battaglia. Già ieri, le segreterie provinciali di Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil hanno organizzato assemblee di protesta. «Questa decisione - denuncia in una nota la Flai Cgil - dimostra come l' unica strategia messa in campo dalla Coca-Cola per fronteggiare la crisi economica sia quella delle dismissioni e dei licenziamenti di massa». Sindacati e azienda si incontreranno lunedì prossimo per verificare la possibilità di trovare soluzioni alternative alla chiusura dello stabilimento. Nel frattempo sono annunciate assemblee in tutte le sedi della multinazionale nel Mezzogiorno. «Il piano della CocaCola - avverte Ettore Ronconi, della Flai Cgil nazionale - va rispedito al mittente perché non è possibile che le multinazionali presenti nel nostro Paese colgano l' occasione utile della crisi per lasciare a casa i lavoratori e per abbandonare territori che vivono delle loro attività produttive». I sindacati non escludono un inasprimento della protesta. «Se nell' incontro di lunedì dovesse essere riconfermata la chiusura di Bari e il licenziamento dei lavoratori - annuncia - bloccheremo le produzioni».

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